Politici mediocri alla disperata ricerca di un "chiunquemente" che faccia il Sindaco di Galatina

Il fatto che per la terza volta consecutiva ci avviamo al voto “anticipatamente” la dice lunga sulle condizioni politico-amministrative della città. Assenza di “mediazione” e soprattutto assenza di leadership emergente  capace di meritare un dovuto rispetto e capace di far convergere posizioni divergenti o differenti.
Insomma un livellamento  politico verso il basso tale da far pensare a “chiunquemente” di essere idoneo a candidarsi sindaco, far ascoltare il “verbo” e riempire la piazza come una volta.
La parola d’ordine è, al di là di qualche singola voce che ancora non si sente, “mediocrità”. La stessa mediocrità che, come dicevo, fa che ognuno si senta nella possibilità d’essere il futuro sindaco e fa chiedere,  anche a chi, come me, non lo farebbe per tutto l’oro del mondo:  E perché  non io?
Aspettiamo che un QUALUNQUEMENTE, ridia al nostro paese un ruolo da protagonista e un po’ d’orgoglio ai nostri figli nel sentirsi parte di quella che fu una splendida comunità.
Aspettiamo un  QUALUNQUEMENTE che fa vedere un paese che si ribella contro quelle scelte dettate più dalla politica che dalla logica, ma che si vogliono far passare come dettate dalla logica che non c’è.
Un candidato sindaco PD avrebbe sicuramente più leader a fianco in campagna elettorale e quindi maggiore visibilità, avrebbe sicuramente una maggiore “apertura di credito” a livello regionale e nazionale, trovando a presiedere quei livelli “compagni”.  Avrebbe più occasioni e motivi per farsi ascoltare, forse per fare. Insomma tutti i livelli gerarchici attuali, avrebbero univoco interesse: più voti al PD. E la cosa se ben gestita potrebbe dare buoni risultati.
Di contro accetterebbero facilmente per ragioni politiche tutte le decisioni impopolari e contro, calate dagli stessi, che andrebbero a sbattere contro la città e che se fatte da  altri avrebbero visto alzate, da loro, le barricate.
Un po’ per non mettersi contro i loro stessi leader, da cui un po’ dipende il destino politico, un po’ per non contraddirli,  un po’ per non disturbarli,  si impegnerebbero solo a giustificare la “cosa” con stupidità e banalità. E poi sentiremmo troppo spesso, e non sempre a ragione, le parole accoglienza e coop, se rosse meglio. 
Prepariamoci se non succede qualcosa di nuovo o di diverso, al vuoto assoluto, abituiamoci in confronti surreali, a comizi partecipati dalle sezioni e da una diecina di persone non interessate, non trasportate, alle prese con una birra  o un caffè.
Il  prossimo Qualunquemente  avrà un compito molto difficile, dovrà svegliare la voglia di politica, di partecipazione, svegliare le coscienze, svegliare un paese “disteso come un vecchio addormentato”.


Lunedì, 14 Novembre, 2016 - 00:06