Polemiche ed accuse dopo il Consiglio comunale aperto dedicato all'Ospedale di Galatina

Stefano Tessore scrive al Sindaco e Marcello Amante gli risponde

“Oggi abbiamo una rappresentanza importante, politica in Parlamento. Credo che dobbiamo alzare l’asticella. Credo che non dobbiamo pensare più a recuperare Ortopedia piuttosto che recuperare Chirurgia, piuttosto che recuperare Cardiologia che, con un minimo di onestà intellettuale, dobbiamo dire che a Galatina esistevano ma non erano funzionalissime. Almeno queste erano le notizie che mi giungevano. Magari non è così”.
Sono state queste parole, pronunciate da Marcello Amante, sindaco di Galatina, in chiusura del Consiglio comunale aperto di giovedì scorso, a fare indignare molti medici ed operatori sanitari operanti nel nosocomio galatinese.

Alcuni di loro hanno telefonato alle redazioni degli organi di informazione esprimendo vibrate proteste. Stefano Tessore, già aiuto ortopedico a Galatina quando il reparto era diretto da Antonio Aloisi, ha scelto facebook per indirizzare una sua lettera aperta ad Amante ed il primo cittadino gli ha, ieri, risposto. Pubblichiamo di seguito entrambe le lettere.

Stefano Tessore: Ortopedia non era come il Sindaco l'ha descritta. Scelga meglio le sue fonti
Gent. mo Sindaco, in occasione del recente Consiglio Comunale monotematico tenuto in Municipio sulla riorganizzazione dell’Ospedale Santa Caterina Novella, al quale ho assistito in veste di comune cittadino e di operatore sanitario dello stesso nosocomio, mi viene riferito e confermato dai presenti che in conclusione dell’assemblea, Lei avrebbe affermato che le lagnanze dei cittadini galatinesi per le chiusure di alcune Unità Operative non sarebbero troppo motivate in ragione della scarsa qualità delle stesse unità operative. Mi duole non essere stato più presente per pochi minuti alla conclusione della discussione, e mi duole anche che il contradditorio con il pubblico non fosse stato previsto, altrimenti avrei avuto la possibilità di farle presente alcune osservazioni.
Non sta a me prendere le difese di un reparto di Cardiologia che ha l’onore di essere assurto a rinomanza internazionale per lo studio e la definizione di una patologia miocardica nota come la “sindrome di Galatina” non più di pochi anni fa e citato quindi su riviste scientifiche di tutto il mondo, ma mi limiterò a parlare del reparto di Ortopedia.
Non essendo cittadino galatinese, e nemmeno salentino a dir la verità, ho tuttavia a cuore le sorti e un forte senso di appartenenza a questo Ospedale e in particolare al reparto di Ortopedia e Traumatologia al quale come Dirigente Medico ho dedicato con il massimo impegno e dedizione più di 10 anni della mia vita professionale e di conseguenza con riflessi pesanti anche sulla vita familiare. Ho quindi una visione chiara di quello che è accaduto a questo reparto in una decade durante la quale si è assistito a un progressivo depauperamento della pianta organica medica e infermieristica, tanto che si è progressivamente passati da una equipe medica di 8-9 Dirigenti in aggiunta al Direttore, fino all’attuale situazione di 4 Dirigenti oltre al Direttore (ad interim) per la mancata sostituzione di sanitari pensionati, passati sul territorio o trasferiti. Di conseguenza il carico di lavoro gravante sui sanitari rimasti in servizio è progressivamente aumentato, in un sorta di circolo vizioso per cui più si provvedeva a far fronte alla necessità di copertura di turni di assistenza al reparto, all’ambulatorio, alla sala gessi e alla attività chirurgica, e più si spostava in avanti la soglia di tolleranza dei sanitari ai carichi stessi. Ciò premesso e nonostante la grave situazione organica, l’UO di Ortopedia del S. Caterina Novella, negli ultimi anni e, in particolare dal 2016, sotto la direzione del dott. Giuseppe Rollo ha fornito una risposta chirurgica di assoluta qualità e in linea con gli standard chirurgici internazionali alle necessità della popolazione, quindi non solo in termini quantitativi (in relazione alle risorse umane e alla scarsa disponibilità di sedute operatorie), tanto da registrare anche un certo movimento in termine di mobilità attiva dalle province limitrofe e anche regioni.
Basterebbe una analisi dei registri operatori per rendersi conto della portata degli interventi che sono stati eseguiti recentemente presso il Santa Caterina Novella, la stragrande maggioranza dei quali ad alto DRG quindi ad elevatto impatto economico favorevole per la ASL, e interessando pressochè tutto il campo traumatologico gestibile in assenza di rianimazione, la chirurgia protesica delle grosse articolazioni comprensiva della chirurgia di revisione e la chirurgia artroscopica. Sono state infatti effettuate recentemente a Galatina revisioni protesiche complesse, anche con impiego di protesi segmentarie di tipo tumorale, nonché trattate fratture del cingolo pelvico, per via posteriore e anteriore, procedure queste ultime normalmente di pertinenza di pochi centri a livello nazionale, con esiti soddisfacenti e senza complicazioni per i pazienti.
D’altro canto, è stato anche garantito e fornito un numero elevatissimo di prestazioni ambulatoriali e di pronto soccorso, spesso evitando il ricorso a trattamenti chirurgici sovraindicati ma che non di rado vengono effettuati anche per incrementare la produttività di un reparto. Il corrispettivo di questa attività è stato naturalmente il sacrificio personale dei sanitari in termini di ferie non godute (mediamente circa 150-200 giorni) e surplus orario ormai fuori controllo.
Per questo motivo, le Sue parole suonano come una grave mancanza di riconoscenza se non rispetto nei confronti di professionisti che hanno avuto il senso di responsabilità di impegnarsi giorno dopo giorno per la sopravvivenza di un reparto ospedaliero e ritengo che la stessa aula consiliare non sarebbe stata sufficiente ad accogliere i pazienti trattati recentemente presso l’Ortopedia di Galatina soddisfatti e riconoscenti del nostro operato. Questo in assoluta umiltà e senza ignorare anche gli insuccessi che hanno fatto parte della nostra esperienza.
La invito pertanto, sempre nel massimo rispetto del Suo ruolo istituzionale, a un migliore controllo sulla qualità delle Sue fonti di informazioni in merito ai reparti del Santa Caterina Novella, valutando che forse una visita ed una interlocuzione diretta con gli stessi operatori, medici e infermieri, che non hanno mai avuto il privilegio di conoscerla, sarebbe stata utile, prima di ritenere di svilirne pubblicamente l’attività e l’impegno quotidiano in un contesto istituzionale quale un Consiglio Comunale davanti ad autorità e cariche istituzionali ospiti. Cordiali saluti Stefano Tessore
Marcello Amante: Nessuna mancanza di rispetto, solo attenzione alla funzionalità dei reparti
Gentilissimo Dottore Tessore, La ringrazio per il suo intervento puntuale e mai strumentalmente polemico. La ringrazio ancor più per l’opportunità data che mi permette di puntualizzare alcuni aspetti. Non so cosa le abbiano riferito sulle mie affermazioni a conclusione del Consiglio Comunale. Non credo, perché non lo pensavo e non lo penso che le giuste rimostranze dei miei concittadini siano ingiustificate e comunque ogni mia riflessione è stata incentrata sulla attuale “funzionalità” di alcuni dei reparti oggetto di chiusura.
Da galatinese, nato e vissuto in città, conosco la storia e le eccellenze che hanno dato lustro ed onori al nostro Ospedale ma ancor più alla nostra città.
Lei ricordava il reparto di Cardiologia con il dottore Marcello Costantini e la sua equipe che con il loro lavoro hanno conquistato la ribalta della comunità scientifica internazionale, ma parlando del passato ricordo a me stesso per esempio il Professor Mariani in ortopedia o i Dottori Carrozzini, Biancorosso e Rossetti che hanno scritto i successi della chirurgia a Galatina, senza voler proseguire con un elenco certamente lunghissimo dei tanti eccellenti professionisti che a loro sono succeduti. Ben comprendo quindi, provandola in prima persona, la sofferenza che la chiusura di quei reparti provoca nei galatinesi e ancor più nei tanti professionisti che nel tempo hanno operato con abnegazione e spirito di sacrificio tra mille difficoltà.
“Funzionalità dei reparti” quindi, è Lei stesso che disegna, e mi conferma, il quadro dell’oggi: organici ridotti all’osso, reparti con posti letto sempre in minor misura, adeguamenti tecnologici quasi inesistenti, carichi di lavoro al limite della sopportazione il tutto, aggiungo io, con dei Primari a “scavalco” quindi spesso condivisi fra due o più reparti di ospedali diversi e che malgrado la loro abnegazione sono stati limitati nella loro missione. In questo quadro mi chiedo qual è il ruolo del “malato” e a quali e quanti pericoli supplementari viene esposto? Le assicuro che in questo primo anno di mia amministrazione, malgrado non abbia mai avuto il piacere di incontrala, ho avuto e continuo ad avere frequentissimi contatti con chi è in prima linea e ben conosco le enormi difficoltà in cui si opera. Conosco certamente l’ottimo lavoro, che Lei ben illustra, dell’equipe ortopedica che ha svolto sotto la guida del Dottore Rollo ma sono anche a conoscenza, per esempio, anche della condizione di estrema emergenza in cui si trovava la cardiologia non più nelle condizioni di poter garantire presenza medica nel reparto.
Nessuna mancanza di rispetto quindi verso chi a proprie spese, sacrificando spesso esigenze personali e familiari, ha permesso a tanti reparti di “sopravvivere” sino ad oggi, anzi approfitto dell’occasione che Lei mi concede per ringraziarvi tutti, medici, infermieri e personale sanitario, esprimendo a nome di tutta la città un sentimento di gratitudine.
L’ho affermato in apertura di Consiglio Comunale e lo ribadisco ancora una volta qui, NON SONO SODDISFATTO di quel che è accaduto, come potrei esserlo assistendo alla chiusura di reparti che hanno dato lustro e assistenza altamente qualificata ai galatinesi, pur nella consapevolezza di aver mantenuto il Punto Nascita per il quale tutte le comunità di Puglia si sono battute lungamente. Mi permetta però di rivendicare quello che considero un successo politico della mia amministrazione che ha interloquito con la regione non per tenere questo o quel reparto ma per trovare una soluzione (oggi possibile) che mettesse in sicurezza l’intero Ospedale che la DGR 239 del 28.02.2017 voleva chiuso entro il 2025, ipotesi oggi esclusa. Una vittoria ottenuta con qualche profonda ferita che proveremo a rimarginare perché non la ritengo un punto d’arrivo ma di partenza, sapere che oggi non è più prevista la chiusura dell’Ospedale ci permetterà di lavorare per dimostrare che non puntare interamente sul nostro Ospedale è un errore.
Con stima Marcello Amante

Martedì, 31 Luglio, 2018 - 00:07