'Piazza Fontana nessuno è Stato'. L'incontro del Liceo Scientifico con Fortunato Zinni

Il sindaco di Bresso è anche stato con gli studenti dell'Itc ed oggi sarà con i ragazzi del Classico. Martedì aveva parlato nel Palazzo della Cultura

Un auditorium avvolto in uno silenzio quasi irreale, pieno di ragazzi anche loro in profondo silenzio. Una sola è la voce che si sente:  profonda, toccante, che, con un flusso ininterrotto di parole, racconta una storia.  Una voce che a volte si alza di tono e diventa sconvolta, urlando pensieri gravi e indignati, e che altre volte appare quasi sommessa, e sussurra un dolore indicibile come quello che può provare solo chi certi orrori li ha vissuti. 
La voce è quella di Fortunato Zinni, Sindaco di Bresso, che, ieri 20 Marzo 2013, nell’ambito di un “tour” nelle Scuole Italiane, ha fatto tappa nel Liceo Scientifico di Galatina: qui, il Sindaco ha raccontato la  esperienza  vissuta durante la strage di Piazza Fontana, alla quale è miracolosamente sopravvissuto. Un evento drammatico  che Zinni ci racconta in un libro dal titolo “Piazza Fontana, nessuno è Stato”, un libro-denuncia  diffuso al di fuori dei classici circuiti librari; un libro che ha una storia importante da raccontare e che non vuole essere venduto, ma che decide di regalarsi ai giovani che quella storia vogliono conoscerla e che vogliono leggere parole che “sanno di vero”.
Daniela Vantaggiato, assessore alla Cultura del Comune di Galatina,  ha presentato l’Autore agli studenti e ne ha decritto brevemente la drammatica esistenza, segnata dalla sofferenza sin dalla prima infanzia, quando rimane orfano per la perdita del padre Giuseppe, morto mentre combatte sul fronte greco - albanese. Nel 1962 Fortunato, che è riuscito intanto a completare gli studi,  va a lavorare alla Banca Nazionale dell’Agricoltura a Monza, dopo diverse esperienze lavorative  in Svizzera; due anni dopo viene trasferito nella sede milanese di  Piazza Fontana, dove rimarrà sino alla pensione,  nonostante tutto. Nonostante tutto perché è comprensibile che, dopo quel 12 Dicembre 1969, quando alle 16.37 scoppia una bomba nella Banca  Nazionale dell’Agricoltura dove si sta svolgendo il Salone degli Agricoltori, uccidendo 17 persone e ferendone 88, la voglia di scappare sia forte.  Più forte però la voglia di restare, di dimostrare ai terroristi che si ha la forza di andare avanti, che si è caduti in piedi; la stessa voglia che lo spinge assieme ai suoi colleghi a darsi da fare per accelerare la riapertura della banca.

Particolare emozione  Zinni dimostra  quando parla dei funerali delle vittime che si sono svolti nella Piazza del Duomo di Milano, e che hanno visto la partecipazione di 300.000 milanesi, rimasti per tutta la durata del funerale in commosso e rispettoso silenzio. Con indignazione poi, denuncia quella che è stata la sentenza del 3 Maggio 2005 che, con un generico “nessuno è stato” non è stata capace di condannare i veri mandanti dell’attentato.  “Nessuno è stato”, che fallimento per il sistema giuridico italiano! E che delusione per i famigliari delle vittime condannati  per beffa inoltre a pagare le spese processuali;  spese che lo Stato, riconoscendo probabilmente l’assurdità di tale condanna, ha avuto almeno il buon senso di accollarsi.

Un intervento emozionante, capace di tenere tutti col fiato sospeso, che ha voluto raccontare ai ragazzi la verità su uno dei tanti attentati degli anni ’60-’70 con la speranza forse che la loro coscienza si faccia più forte perché simili atti terroristi non abbiano a che ripetersi.

Nella mattinata di ieri Fortunato Zanni ha incontrato anche gli studenti dell'Itc e oggi sarà con quelli del Liceo Colonna. Il filmato di Enrico Surdo è la registrazione integrale della serata di martedì 19 marzo al Palazzo della Cultura.

Giovedì, 21 Marzo, 2013 - 00:06

Video