Piano triennale di edilizia scolastica e "il compenso dei professionisti"
Carissimo Direttore, qualche giorno fa l’assessore ai lavori pubblici, in un suo post su facebook, ha scritto che il 2 luglio l’ufficio lavori pubblici ha inviato i progetti per partecipare all’avviso pubblico per la formazione del piano triennale di edilizia scolastica 2018/2020. Ha poi scritto testualmente “Abbiamo coinvolto 12 professionisti del territorio che insieme ai tecnici comunali hanno, in tempi strettissimi, presentato tutti gli elaborati e documenti richiesti dal bando, non risparmiandosi e lavorando fino a tarda notte anche nei giorni della festa patronale.”
L’assessore ha giustamente sottolineato che sono stati coinvolti “professionisti del territorio”. Probabilmente, dopo la figuraccia fatta dall’amministrazione nei giorni scorsi con l’incarico dato ad una professionista di Nardò, ha voluto sottolineare l’importanza di valorizzare le figure della nostra città. Cosa giustissima.
Detto questo però vorrei porre all’Assessore alcune domande.
La prima riguarda proprio i tecnici: a che titolo i professionisti hanno collaborato con il comune? Hanno ricevuto un incarico e sono stati regolarmente pagati o hanno lavorato gratis? Nel primo caso (se hanno avuto un incarico) va benissimo ed è giusto che sia così, anche perché secondo “una recente sentenza della Commissione Tributaria di Ancona (sent. n. 1279/3/2016), il professionista che decide di svolgere un lavoro gratis, deve comunque emettere fattura, anche se rinuncia a incassare la relativa parcella: in pratica, egli deve pagare le imposte su un reddito mai percepito. Una situazione davvero paradossale che, tuttavia, vede d’accordo anche l’Agenzia delle Entrate: il fisco, stando agli ultimi accertamenti, ha iniziato a contestare una serie di prestazioni professionali nonostante le argomentazioni difensive dei professionisti secondo cui dette attività sarebbero state elargite gratuitamente a parenti e amici.” (https://www.laleggepertutti.it/122458_obbligatoria-la-fattura-se-il-professionista-lavora-gratis).
Nel secondo caso mi chiedo, chiedo all'assessore e chiedo anche a lei, gentile direttore, se è normale chiedere a professionisti di lavorare gratis, “fino a tarda notte anche nei giorni della festa patronale”, quando invece i nostri amministratori non rinunciano al loro compenso se non nella ridicola misura del 5%. La cosa la vedo piuttosto imbarazzante. Se si è trattato di giovani professionisti, la cosa diventerebbe veramente scandalosa, anche perché, è bene ricordarlo, che i giovani e le loro famiglie hanno fatto sacrifici per raggiungere un importante traguardo, quello del titolo, e non credo sia giusto farli lavorare gratis. Non è rispettoso nei confronti delle persone, non è rispettoso nei confronti della Costituzione Italiana, che all’articolo 36 recita “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge. Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi.”
Questo i nostri amministratori dovrebbero saperlo, e sbandierare sui social che l’amministrazione fa lavorare gratuitamente professionisti sicuramente non è una cosa di cui andar fieri, anzi! Lei direttore farebbe lavorare gratis i suoi figli dopo aver fatto sacrifici per mandarli all’università? Il bene alla città lo devono fare gli amministratori pagando i professionisti, non sfruttando le loro professionalità, competenze e capacità. Se si tratta invece di professionisti affermati, allora il compenso è giusto perché quel compenso può servire a “retribuire” eventuali tirocinanti che oggi, è bene ricordare anche questo, lavorano gratis solo perché la legge impone un tirocinio obbligatorio per alcune professioni. E quasi sempre questi tirocini sono non pagati.
La seconda domanda riguarda invece le competenze di un collaboratore: trattandosi “di un lavoro complesso e corposo” (parole sempre dell’assessore) siamo sicuri che aveva le competenze giuste per collaborare in un settore, quello dei lavori pubblici, complesso e molto tecnico? A quale titolo è stato coinvolto? Anche qui, gratis? Credo sia giusto fare queste domande, ne va di mezzo il sacrificio ed il futuro dei nostri figli, sempre più maltrattati da una classe politica (quella italiana) che vive e lavora sulle spalle dei più deboli. Ed avendo a casa due figli laureati ma precari (alla "tenera età di 34 anni"), credo non sia giusto approcciarsi in questo modo. I soldi se vogliono li trovano, come ad esempio gli stipendi di dirigenti, segretario comunale ed amministratori.
Un saluto direttore e grazie per avermi dato la possibilità di confrontarmi, pacificamente e senza far polemica, con la nostra amministrazione.
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