“Percorsi di Accoglienza nel Pronto Soccorso“
Il Pronto Soccorso è di tutti e tutte, operatori sanitari e soprattutto cittadini/e; proprio per questo va utilizzato e vissuto in modo consapevole e responsabile. Un uso corretto del PS consente di evitare disservizi (o vissuti come tali) e incomprensioni che, a volte, coinvolgono gli operatori sanitari e gli utenti, e restituiscono un’immagine distorta di un così importante punto di contatto tra i cittadini/e e la Sanità.
Una relazione quest’ultima che deve diventare una relazione “tra pari”: per facilitare il realizzarsi di questo obiettivo, la ASL di Lecce ha deciso di supportare il personale del PS con momenti di formazione mirata. Il punto di partenza di questo percorso sarà il PS del Vito Fazzi, che come ha dichiarato stamattina in conferenza stampa il direttore generale Silvana Melli, affiancata dal direttore amministrativo Antonio Pastore, «è il biglietto da visita del nostro più grande ospedale». Un biglietto da visita che ogni anno eroga oltre 80mila prestazioni, suddivise in base alla gravità in codici bianchi, verdi, gialli e rossi.
Il corso, affidato a due consulenti esperte in materia, avrà inizio l’11 maggio e si concluderà il 9 giugno 2017, e ha come tema “Percorsi di Accoglienza nel Pronto Soccorso“ e si pone come obiettivi quelli di: rafforzare la relazione con il paziente e la sua presa in carico in termini di umanizzazione della cura, accoglienza, risposta ai bisogni comunicativi ed informativi; migliorare il rapporto spazio-utente/famigliari; ottimizzare l’accompagnamento dell’utente (e dei famigliari) nel percorso; ridurre i tempi di attesa analizzando eventuali dispersioni; acquisire consapevolezza dell’importanza della comunicazione, sia visiva, di relazione che di informazione.
Un programma «intenso ma necessario – ha sostenuto il dr. Silvano Fracella, primario del PS del “Fazzi” - in una struttura con un volume di attività notevole e con diverse criticità da analizzare e superare». E su cui aprire una riflessione capace di facilitare il compito di chi lavora nel Pronto Soccorso, di migliorarne la performance e, al tempo stesso, lanciare un messaggio di educazione civica agli utenti, chiamati ad un esercizio di corresponsabilità nell'utilizzo appropriato di una struttura pubblica d'emergenza. «Andare in Pronto Soccorso – ha ricordato Fracella - per una non urgenza, che poi si traduce in un codice bianco, vuol dire affrontare lunghe e inutili attese, rallentare il lavoro degli operatori. Spesso basterebbe rivolgersi al medico curante per chiedere un consiglio e, di conseguenza, recarsi in Pronto Soccorso solo quando è strettamente necessario e urgente, sapendo così di trovarsi di fronte medici e infermieri che possono dedicare il giusto tempo ai casi urgenti».
Fondamentale l’arrivo di nuove risorse (i 17 medici attualmente in servizio nel Pronto Soccorso del “Fazzi” diventeranno 28 via concorso) e la realizzazione di infrastrutture come il Trauma Center del nuovo DEA ma, soprattutto, la maturità civica da parte dei cittadini/e che aiuta ad evitare inutili tensioni, sprechi di tempo e meccanismi inceppati: «Rinnovare il Pronto Soccorso – ha spiegato il DG Silvana Melli – è un'operazione importante e complessa, che interessa diversi fronti. Il miglioramento è un processo globale che vede coinvolti gli operatori sanitari, la logistica, l'accoglienza, il dialogo con gli utenti, l'uso delle risorse umane e strumentali, persino l'estetica degli spazi e l'importanza delle parole usate. Il Pronto Soccorso troppo spesso finisce per essere percepito come un “inferno”: magari non è il paradiso, ma riflettere su ciò che può essere migliorato, al di là delle lamentele immotivate, può aiutare a fare meglio, a riorganizzare i percorsi ed eliminare gli squilibri. Credo anche – ha concluso Silvana Melli - che sia importante rendere compartecipi tutti, utenti e operatori sanitari, della funzione fondamentale del Pronto Soccorso del “Fazzi” dove, ne sono certa, diventerà normale non “protestare” ma rispettare regole, bisogni e ruoli di ognuno».
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