Pazza idea

Diavolo di quella “parente stretta” che ebbe la pazza idea di voler festeggiare il compleanno in un cosiddetto prive’ di una discoteca molto nota. Era più di mezzanotte e stavamo in fila nella entrata “VIP” della discoteca insieme a tantissimi giovani. Ancora l’entrata era chiusa, avrebbero aperto da lì a poco.  Per “noi VIP” la fila fu molto più breve ma il pagamento molto più salato. Intorno un profumo di “fumo” , di birra, di alcol e intrugli vari e tanti, tanti ragazzi pronti ad affrontare la notte,  a ballare sino a quando le prime luci dell’alba si sarebbero affacciate all’improvviso, scoprendoli con l’ennesimo bicchiere di non so cosa in mano.
Due piste, una più bella dell’altra, in una musica da romperti i timpani, nell’altra musica anni ‘80 e ‘90 e noi lì scegliemmo il “ privè ”, lì dove ancora eravamo quattro gatti. Non ricordo se insieme alla festeggiata o no, facemmo un giro. Mi sarei fermato un po’ di più davanti a due altalene su cui dolcemente dondolavano due “modelle” vestite di poco e niente, che sfoggiavano le loro forme a dir poco perfette, ma mi sentii strattonare e dovetti continuare il giro nella discoteca. Quella parte era la più affollata, tanti ragazzi di fronte a guardare quell’armoniosa altalena che andava su e giù al ritmo della musica che il DJ dal palco vicino, tra un salto e l’altro faceva rimbombare.  Di tanto in tanto tra una bevuta e l’altra quello stesso DJ grondante di sudore, urlava “su le mani” e quelle migliaia di giovani in pista subito con mani in su. E poi gridava ancora quasi arrabbiato, “più su” e tutti a spingere le mani più su, sin quanto potevano. Una volta, per non essere da meno, le ho alzate pure io, ma avevamo capito che non era il nostro ambiente e per questo tornammo alla pista degli anni “80 e “90.  Lì ci trovavamo più a nostro agio e la musica la conoscevamo anche.
Erano quasi le due e ancora si continuava ad entrare, la discoteca era strapiena e in ogni angolo si ballava. E noi pure, ballavamo come si ballava negli anni “80, eravamo rimasti a quegli anni e a quei movimenti.
Ogni tanto, venivamo attraversasti da “vassoi” scintillanti pieni d’ogni bel di Dio da bere o da mischiare. Avevamo portato una “torta pasticciotto” che ad un tratto comparve nella sua lussuosa confezione. Ci fermammo per assaggiare la torta e soprattutto per brindare e fare gli auguri alla festeggiata. Dopo la torta di nuovo in giro nella parte “giovane” della discoteca. C’era musica a palla e luci intermittenti, quando incrociai lo sguardo di mio figlio che ballava in pista insieme alla  “comitiva “ di sempre. Non feci in tempo a nascondermi che mi fu addosso.   – Che fai? - mi fa – festeggiamo il compleanno di Anna  - gli dissi – e lui - .. non balli? –  mi chiese in mezzo a quel rumore assordante. Non feci in tempo a rispondere che mi trovai trascinato al centro della pista con le mani in alto, come chiedeva il DJ, a ballare scatenato come un ragazzino. Quando finalmente mi fecero uscire dalla pista ero bagnato fradicio, la camicia era un tutt’uno con la pelle.
Tornai al “privé”, sprofondai su quel divano e da lì mi mossi solo poche volte. Cominciavo a sentirmi fuori tempo, a pensare che quella “pazza idea”  di festeggiare in discoteca, oltre che pazza era stata pure “folle”. Non feci in tempo a darmi una risposta definitiva ed erano già le quattro e mezza del mattino e cominciavamo a dirigerci verso l’uscita facendoci largo e cercando un varco tra quei tantissimi ragazzi che ancora c’erano in discoteca né stanchi, né sazi.
Salutai mio figlio e la sua comitiva e questa volta il loro tentativo di riportarmi in mezzo alla pista fu sventato. Fui più svelto io di loro, anche perché l’avevo previsto. Un balzo ed ero già fuori, avevo scampato il pericolo.
Quando la sera dopo ebbi modo di riassaggiare un pezzo di torta che era rimasto fu impossibile non ricordare la serata in discoteca. E quando qualcuno accennò a ritornare, io per primo senza neanche pensare dissi: no grazie
Non avevo ancora finito il pezzo di torta quando con l’ entusiasmo che non ricordavo da un po’, feci : – andiamoci questo sabato – e tutti : – si okay sabato! -.
Che strano per una volta eravamo tutti d’accordo. Non succedeva quasi mai.

Venerdì, 28 Agosto, 2015 - 00:04