Partorire una femminuccia e tornare a casa con un maschietto

Scambio di neonati al Santa Caterina Novella
Valdo Mellone

Storie da cinema, ma la realtà non smette più di stupire e ciò che sembra incredibile si tocca con mano. La gioia di una nascita può così trasformarsi in un momento drammatico. I fatti risalgono ai primi giorni di dicembre. Una madre, presso il nosocomio di Galatina, ha dato alla luce una femminuccia. Tutto secondo la routine, fortunatamente nessuna complicazione e in tre giorni mamma e figlia sono state dimesse. Ma, arrivata a casa, il primo cambio di pannolino ha lasciato senza parole: si trattava di un maschietto.
La famiglia in questione, di Monteroni, ha subito allertato il reparto di Ostetricia e Ginecologia ed è tornata in ospedale per chiedere spiegazioni. Fortunatamente la mamma del maschietto era ancora in reparto con la bambina. E ognuno ha potuto riabbracciare la creatura data alla luce qualche giorno prima.
La cosa ha lasciato però qualche strascico, tanto che i genitori della piccola si sono rivolti a un legale (avv. Francesca Conte) e hanno chiesto un risarcimento di 50mila euro alla Asl di Lecce. Pare infatti che il trauma dell'accaduto abbia fatto perdere il latte alla madre.
"I fatti sono questi - afferma Valdo Mellone, direttore della Asl di Lecce - effettivamente alle dimissioni la signora ha portato a casa un maschio e non la sua bambina. Ma stiamo ripercorrendo tutto l'iter per capire dove la procedura ha fallito. Pensiamo che si sia trattato davvero di una casualità, mai successa prima. E speriamo non accada più. Galatina ha un reparto di Ostetricia eccellente e ci rammarica quello che è successo. I bambini sono seguiti in maniera multidisciplinare con la massima attenzione. Ma è evidente che ci deve essere stato un momento in cui si è verificato l'errore. L'unica anomalia che ad ora riesco a rintracciare è legata al fatto che, dopo l'ultimo allattamento un attimo prima delle dimissioni, il neonato non è ritornato nel nido e poi è uscito con la coppia, ma è andato direttamente a casa. Fosse ritornato nelle mani delle infermiere probabilmente si sarebbe risolto tutto subito".

Lunedì, 13 Gennaio, 2014 - 16:34