"Ogni tanto è giusto staccare la spina"

Antonio Mellone spiega su noha.it perché quest'anno, nella più grande frazione di Galatina, non è stato allestito il Presepe Vivente

Sarebbe stata la nona edizione ma “Il presepe vivente quest’anno non è arrivato a Nove (Noha in dialetto) in tutti i sensi”. A spiegare i motivi della mancata organizzazione di una manifestazione che, per otto anni, ha attirato nella frazione di Galatina migliaia di persone è stato Antonio Mellone sul sito noha.it. Non si tratta di uno “ Stop” ma “sarebbe meglio definirlo un Pit-Stop, come quello dell’automobilismo”- si legge nell’editoriale dell’ottimo sito curato da Albino Campa.
“Qualcuno (…) sproloquia di attriti tra i membri dell’associazione Gruppo Masseria Colabaldi, altri blaterano di mancate autorizzazioni (da chissà chi, poi). Insomma i soliti cicalecci, sgambetti e mormorazioni da periferia, che ricordano tanto certi gruppi Whatsapp tra i più molesti”.
“Ebbene, niente di tutto questo -scrive, con la consueta ironia, Mellone- Vorrei rassicurare certe belle statuine (quelle vere sono sempre al di fuori, mai all’interno dei presepi più o meno viventi: ma nel caso limite vi partecipassero non potrebbero non ambire a un posto d’onore nel gregge) che non solo il Gruppo degli amici del presepe di Noha gode di ottima salute e non è mai stato così compatto nelle decisioni, ma ha per la testa altri progetti ben più importanti e, come dire, più sfidanti dell’allestimento di un presepe vivente (che comunque comporta responsabilità e sforzi organizzativi di un certo calibro: roba che i monocordi censori di turno, visto che non son bravi nemmeno a parlare, figurarsi a scrivere, non saprebbero nemmeno da dove iniziare)".
"Quanto alle autorizzazioni, tanto per puntualizzare l’ovvio, si evidenzia il fatto che, quest’anno, la proprietà del Castello di Noha si è dichiarata disponibile non solo a concedere il giardino monumentale, ma financo le scuderie e la piazza d’armi, onde l’ingresso al percorso teatrale del presepe da parte del pubblico sarebbe avvenuto dal portale principale del maniero nohano.
Allora perché i ragazzi dell’associazione han deciso codesta pausa di riflessione? Ma perché quest’anno sembrava troppo facile, e ai miei amici (e invero anche a me) -aggiunge l'acuto polemista nohano- piacciono le cose difficili; perché ogni tanto è giusto staccare la spina (chissà che il malato sociale non riprenda a respirare autonomamente);
perché l’ospite deve lasciare la stanza finché è ancora desiderato (per fortuna ancora dai più); perché a volte l’assenza fa riflettere di più di una presenza, o almeno così si spera;
perché quest’avventura incredibile in otto puntate annuali ha già cambiato (in meglio, certo) il corso della storia di Noha, e indietro non si torna;
perché l’elettroencefalo-dramma di molti belli addormentati sui divani locali continuerà a non fare un plissé (sia con, sia senza presepe vivente); e, infine, perché una volta ogni otto anni è anche giusto e pio che il pranzo di Natale sia fatto in serenità, fino diciamo al dolce e allo spumante, anche dai membri di un’associazione di volontariato come quella di Noha, senza dunque l’ansia delle operazioni preliminari all’apertura post-prandiale del presepe vivente più bello di Puglia.
Ma al di là di ogni presepe -conclude Antonio Mellone- auguri di buon Natale alle donne e agli uomini di buona volontà. Agli altri, come diceva quello, è inutile ca li fischi".

Mercoledì, 26 Dicembre, 2018 - 00:07