"Noi stiamo con Saverio Masi"

Manifestazione il 18 davanti alla Prefettura di Lecce

Ci sono uomini che, malgrado lo strapotere dello 'stato-mafia', sentono la responsabilità ed il dovere di rappresentare uno Stato ideale: giusto, non ricattabile e, soprattutto, rispettoso della dignità umana, a qualsiasi latitudine. Costoro sono esempi di coraggio diventati spesso eroi, ma solo dopo essere stati ammazzati. Finchè sono vivi, sono isolati, denigrati, minacciati e attaccati da tutti i fronti, in primis da quelli istituzionali, che dovrebbero proteggerli.
Fino a che ogni individuo non sentirà la responsabilità di fare il proprio dovere, prendendo posizione e decidendo da che parte stare, sarà complice dello stato-mafia ed il suo ipocrita lamento sarà solo utile a chi non ha altro interesse che mantenere questa allucinante situazione.
Diceva Elie Wiesel: “Prendi posizione. La neutralità favorisce sempre l'oppressore, non la vittima. Il silenzio incoraggia sempre il torturatore, mai il torturato”.
Noi abbiamo scelto da che parte stare: NOI STIAMO CON SAVERIO MASI. Noi abbiamo scelto di stare dalla parte di chi, in pieno isolamento, sta coraggiosamente andando avanti, nonostante il mostruoso potere di chi vorrebbe fermarlo. Per questo, il 18 settembre p.v. dalle ore 17:00 alle ore 20:00 saremo a Lecce davanti alla Prefettura, in contemporanea con tante altre città d’Italia, in un sit-in informativo sulla sua storia ben rappresentativa di come la trattativa stato-mafia continui, ma c’è chi non si arrende.
All’uopo abbiamo creato un evento fb: SAVERIO MASI NON SEI ISOLATO, SEI TU IL NOSTRO STATO!  ( https://www.facebook.com/events/1532649950299499/?ref=ts&fref=ts)                                
Il Mar. Masi è il caposcorta del magistrato più a rischio d'Italia: Nino Di Matteo. Ma prima di finire nelle scorte, lui era un bravissimo investigatore e lavorava nel Reparto Operativo dell’Arma. Prima di trasferirsi a Palermo era stato in Campania, dove aveva ricevuto encomi per l'eccellente lavoro svolto.
Lui ha avuto il coraggio di denunciare i suoi superiori e ha messo a verbale che gli venne impedita la cattura di Provenzano già nel 2001, a pochi mesi dal suo arrivo a Palermo, e Matteo Messina Denaro nel 2004.
Questo atto di Responsabilità lo sta pagando a caro prezzo. Dal 2008 subisce ogni tipo di vessazione, dall'eliminazione dal reparto Investigativo fino al processo per una multa presa in servizio di cui il 30 ottobre ci sarà la sentenza in Cassazione.
Il Mar. Masi ha testimoniato al processo Mori Obinu sulla mancata acquisizione del papello ritrovato a casa di Ciancimino ed è un testimone prezioso del processo sulla trattativa stato-mafia. Ad una domanda riferita all’ennesima denuncia subita dal Mar. Masi per un’intervista riguardante la sua storia rilasciata dai suoi avvocati, il PM del processo sulla trattativa stato-mafia, Nino Di Matteo, risponde:  "Continuo a nutrire piena fiducia nel maresciallo Masi. Se mai, personalmente, mi sembra singolare che mentre, come è noto, a Palermo si cerca di verificare la fondatezza delle sue denunce, un'altra autorità giudiziaria incrimini per diffamazione gli autori delle suddette denunce e perfino i difensori e i giornalisti che la hanno rese note".
Si ringrazia per la collaborazione la costituenda Associazione “Guerriglia Culturale” formata da giovani che danno continuamente riscontro al pensiero di  Paolo Borsellino: “La lotta alla mafia, primo problema da risolvere nella nostra terra, bellissima e disgraziata, non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale, anche religioso, che coinvolgesse tutti, che tutti abituasse a sentire la bellezza del fresco profumo di libertà che si contrappone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità.”

Anita Rossetti
Coord. Movimento Agende Rosse di Salvatore Borsellino
Gruppo “Sognatori Resistenti R. Fonte e A. Montinaro” – Salento

Lunedì, 15 Settembre, 2014 - 00:04