I successi australiani di un grande pianista galatinese
Un mese in Australia, sette concerti ed una master-class, un grande successo ovunque abbia suonato. La proposta di una casa discografica australiana di incidere un disco. Luigi Fracasso, pianista internazionale, è nato ed opera a Galatina. Mentre parla sembra ancora lontano. Ha percorso oltre quindicimila chilometri, ha trascorso ventuno ore in aereo per un viaggio che ne è durato trentadue. Probabilmente risente ancora del jet-lag.
Racconta di un’esperienza “molto importante sia dal lato professionale che da quello umano”. Si capisce che il nuovo continente lo ha affascinato. “Mi sono esibito in sale da concerto così ben fatte che, in Italia, non le si trova neanche nelle città più importanti –dice, con una punta di invidia- sale da mille posti costruite proprio per i concerti. Ho suonato su pianoforti (tutti gran coda) quasi introvabili da noi. Ho avuto sempre un pubblico, caloroso, accogliente ed attento”.
“Ho conosciuto tanti italiani, alcuni con storie importanti, altri che sono arrivati negli anni ’60 ed ora hanno tutto in Australia”.
“Ho proposto, fra gli altri, un compositore italiano, Alfredo Casella. Particolarmente apprezzata è stata la sua opera 35, un brano a cui sono particolarmente affezionato perché è l’ultimo che ho fatto ascoltare alla mia amica e maestra Lia De Barberis”.
Gli occhi di Luigi si inumidiscono e la voce si spezza mentre racconta: “Avevo suonato questo pezzo nell’ultimo concerto a Melbourne. C’era stata un’ovazione, dopo tre bis continuavano a chiederne altri. Il pubblico era tutto in piedi ed io avevo suonato forse come mai in vita mia. Quando tutto è finito ho provato a chiamare la signora Lia. Non mi ha risposto. La mattina dopo un sms di un amico mi avvertiva che la Lia De Barberis non c’era più. Mi è venuto un brivido. Secondo me, quella sera lei era in sala con me”.
Andrà ancora in Australia? Luigi Fracasso è uno di quei galatinesi atipici che si fanno onore nel mondo. Lo hanno già invitato. Fra un anno è pronto a tornare nella terra dei canguri per stupire chi lo ascolta e, poi, dire con orgoglio “sono un italiano nato a Galatina”.
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