Rapina al Despar di via D'Enghien, arresto lampo di quattro giovani galatinesi
A tradirli sono stati il sudore ed una felpa. Poco prima delle ore 13:45 di oggi avevano compiuto una rapina ai danni del supermercato Despar di via D’Enghien. Alle ore 14:30 erano già in Commissariato e venivano interrogati. Si tratta di tre giovani galatinesi (Pantaleo Perrone, 19 anni, Cristopher Mangia Murino, 21 anni, e Pasquale Costantini, 21 anni) e un minorenne, tutti incensurati, residenti a Noha e responsabili a vario titolo di quanto accaduto. Ad arrestarli sono stati gli uomini della Polizia di Stato del Commissariato di Galatina.
“Si deve alla loro intuizione, alla loro presenza sul territorio ed al loro spirito di squadra –ha detto il vicequestore aggiunto Pantaleo Nicolì, nel corso di una conferenza stampa- l’individuazione così veloce dei responsabili di questo atto criminoso”.
L’allarme rapina sulle apparecchiature di via Carlo Mauro è arrivato quando mancava un quarto d’ora alle ore 14. Immediatamente la Volante si è portata sul posto ed ha cominciato ad assumere le prime informazioni trasmettendole alle altre auto civetta che intanto venivano fatte convergere nella zona.
Fondamentale è stata la testimonianza della cassiera che ha raccontato di due giovani con il volto coperto da un passamontagna entrati nel negozio. Uno di loro, Mangia, era armato di pistola (dopo si scoprirà che era una scacciacani priva del tappo rosso) l’altro, Perrone, era disarmato. Sotto la minaccia dell’arma la donna (“Se stai calma non ti succederà niente”) è costretta a consentire al rapinatore di portarsi via 260 euro dalla cassa.
I due giovani, impossessatisi del denaro, fuggono a piedi verso via Tacito. La signora, riacquistato il sangue freddo, esce in strada e urlando chiede aiuto. Vede due ragazzi e li prega di chiamare il 113 (si tratterebbe del minore e di Costantini rimasti fuori a fare da palo) uno addirittura indica in che direzione sono scappati i rapinatori e sembra darsi da fare per inseguirli. L’altro rimane inerte e questo fa insospettire la cassiera.
Gli investigatori iniziano la perlustrazione della zona e davanti alla fermata degli autobus, in via Salvo D’Acquisto, notano quattro ragazzi che stanno un po’ discosti dagli altri studenti. Uno di loro si toglie una felpa e cerca di disfarsene, un altro si sfila una maglia ed indossa un giubbotto. Sembra avere caldo, fatto piuttosto inconsueto anche in uno strano gennaio come quello di quest’anno.
È questo a far scattare il sospetto nei poliziotti. I quattro giovani sembrano sudati come dopo una corsa. Vengono fermati e portati in Commissariato. Qui, sottoposti ad interrogatorio, cadono spesso in contraddizione. Alla fine crollano e confessano, anzi collaborano mostrando di essere pentiti. Fanno rintracciare i passamontagna (in realtà sono dei scaldacollo con i fori all'altezza degli occhi e del naso)usati per nascondere il volto e poi fanno recuperare la pistola e il denaro. Erano a casa dell’ignara sorella di uno dei quattro, abitante in una strada a 300 metri dal supermercato.
I tre maggiorenni, su disposizione del sostituto procuratore Giovanni Gagliotta, sono stati trasferiti nella Casa Circondariale di Borgo San Nicola mentre il minore, secondo quanto stabilito da Imerio Tramis, sostituto della Procura dei minori, sarà ospitato nel Cpa di Monteroni.
Murino è difeso dall’avvocato Donato Mellone, Perrone e Costantini dall’avvocato Giuseppe Minafra e il minore dall’avvocato Luigi Stefanelli.
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