Nove arresti a Galatina per usura
Dalle prime ore dell’alba, i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Lecce, su delega della Procura della Repubblica di Lecce, hanno eseguito 9 ordinanze cautelari restrittive della libertà personale a carico dei componenti di un gruppo criminale con base in Galatina, sequestrando beni mobili immobili e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 5 milioni di euro. Le indagini, dirette dal Procuratore Cataldo Motta e dal Sostituto Procuratore Alessio Coccioli, avrebbero consentito di disarticolare una pericolosa associazione a delinquere, dedita all’usura, all’esercizio abusivo della raccolta del risparmio, a condotte estorsive, al riciclaggio e reimpiego di denaro di provenienza delittuosa nonché alla turbativa d’asta, capeggiata da soggetti contigui ad esponenti di rango del clan mafioso Coluccia.
Le complesse investigazioni, condotte dal Gruppo Investigativo Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza di Lecce,avrebbero evidenziato come tale consorteria, anche in ragione della vicinanza al citato clan, nel perseguire i propri intenti criminali si avvalesse di modalità mafiose, accompagnando le proprie pretese creditorie con comportamenti minacciosi sfociati in numerosi episodi di estorsione e di violenza privata.
L’organizzazione, infatti, oltre ad esercitare abusivamente l’attività finanziaria verso un’ampia platea di persone, tra i quali numerosi imprenditori in stato di bisogno, avrebbe posto in essere vere e proprie attività usurarie, con l’applicazione di tassi di interesse oscillanti tra il 121% ed il 183% annui.
Al fine di ostacolare l’accertamento della provenienza delittuosa dei proventi di tali attività, gli assegni bancari ed effetti cambiari che gli indagati avrebbero ricevuto anche a garanzia dei prestiti concessi, sarebbero stati negoziati su conti correnti intestati a terze persone a loro riconducibili.
Queste le persone sottoposte a misure cautelari:
In carcere
NOTARO Antonio Gianluca, Galatina,1971, (figlio di Notaro Luciano)
NOTARO Luciano, nato a Grottaglie, 1945 e residente a Galatina, (fratello di Notaro Mario)
NOTARO Mario, nato a Sant’Angelo in Vado,1943 e residente a Galatina, (fratello di Notaro Luciano) pregiudicato
NUZZACI Luigi, Galatina, 1950;
PALUMBO Francesco, 1971, residente a Melendugno;
SCUDELLA Italo, nato a Taranto,1939, e residente a Surbo, pregiudicato;
SPARAPANE Fabio, Galatina, 1986, (figlio di Sparapane Luigi)
SPARAPANE Luigi, 1958, residente a Galatina (cognato di Notaro Mario e Luciano) (padre di Sparapane Fabio) 416 bis c.p.
Domiciliari
PALUMBO Carlo,nato a Galatina,1935, domiciliato ad Aradeo, (padre di Francesco) pregiudicato per usura
Nel corso delle indagini sarebbe stata anche accertata una condotta delittuosa in danno dello stesso Fondo di Solidarietà Antiracket e Antiusura (legge 44/1999), attraverso l’induzione in errore del Commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura presso il Ministero degli Interni. In buona sostanza, uno degli attuali usurati, un imprenditore edile, avrebbe formulato un' istanza di accesso al predetto Fondo in relazione ad episodi di estorsione subiti alcuni anni prima da altro gruppo criminale (rientranti in altro procedimento penale), rappresentando falsamente l’esistenza di un debito commerciale nei confronti di uno degli appartenenti all’attuale sodalizio.
In tal modo avrebbe ottenuto una maggiore erogazione rispetto al dovuto, pari a 115.000 euro circa, che avrebbe riversato al suo 'aguzzino' non come saldo del debito ma – come poi emerso dalle indagini - quale corresponsione di interessi usurai dovuti all’organizzazione.
Sarebbe stato, inoltre, accertato come alcun proventi conseguiti dai delitti di usura ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria fossero stati impiegati per finanziare attività commerciali riconducibili a congiunti degli indagati, una delle quali operante nel commercio di oro e preziosi, ovvero utilizzati per investimenti nel settore immobiliare, come attestato dalla frequente partecipazione di taluni degli arrestati alle procedure esecutive presso il Tribunale di Lecce. Riscontri sulla regolarità di tali aggiudicazioni avrebbero evidenziato gravi condotte tese a turbare la libertà degli incanti mediante minacce di azioni ritorsive rivolte dai sodali contro privati finalizzate ad ottenere l’abbandono dell’asta e l’aggiudicazione dei relativi beni.
Sarebbe emerso, infine, come uno dei capi dell’organizzazione, agendo in concorso con alcuni dipendenti pubblici in servizio presso il Comune di Galatina, fosse riuscito a turbare la libertà degli incanti con riferimento alla gara d’appalto per l’aggiudicazione del “servizio di refezione delle scuole dell’infanzia statali in gestione diretta – A.S. 2011/2012”, consentendo l’aggiudicazione del relativo servizio alla ditta individuale riconducibile alla propria coniuge.
Rilevata l’enorme ricchezza accumulata dai componenti il sodalizio, presunto frutto delle illecite attività poste in essere dall’organizzazione, gli uomini della Guardia di Finanza di Lecce, al Comando del Tenente Colonnello Nicola De Santis, facevano,su delega dell’A.G approfonditi accertamenti patrimoniali finalizzati alla confisca dei beni, come previsto dall’articolo 12 sexies della Legge 352/92, che avrebbero consentito di acquisire significative evidenze riguardo alla presunta fittizia intestazione di beni dal rilevante valore in favore di prossimi congiunti degli indagati, al fine di eludere l’applicazione della normativa antimafia in tema di confisca dei patrimoni detenuti in misura sproporzionata alle fonti reddituali lecite.
All’esito delle investigazioni svolte, la Procura della Repubblica di Lecce, condividendo le ipotesi accusatorie formulate, ha emesso 9 ordinanze di custodia cautelare a carico dei componenti del sodalizio per associazione per delinquere aggravata dal metodo mafioso, usura, esercizio abusivo dell’attività finanziaria, estorsione, violenza privata, riciclaggio e reimpiego di denaro di provenienza delittuosa, turbata libertà degli incanti, peculato e trasferimento fraudolento di valori, disponendo inoltre il sequestro preventivo finalizzato alla confisca dell’ingente patrimonio accumulato dall’organizzazione, complessivamente quantificato in 5 milioni di euro, per la cui ricostruzione è intervenuto in supporto anche il Servizio Centrale Investigativo Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza con sede in Roma, accertando come tali investimenti fossero stati finanziati con apporto di capitali che non hanno trovato giustificazione nei redditi dichiarati e nelle attività svolte dagli indagati e dai loro familiari:
(1) n. 6 fabbricati;
(2) n. 1 opificio industriale;
(3) n. 13 beni mobili registrati (auto/motoveicoli);
(4) n. 1 società di capitali (il sequestro riguarda il capitale sociale e l’intero compendio aziendale);
(5) n. 2 ditte individuali;
(6) quote di capitale sociale per un valore nominale pari ad euro 3.500,00;
(7) saldi attivi dei riferiti a n. 26 rapporti finanziari;
(8) n. 10 rapporti assicurativi/fondi pensione.
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