Corte Vinella, "quel mistero è di tutti"

Carissimo Direttore, sono un suo affezionato lettore, la stimo molto perché  il taglio del suo giornale è  molto rispettoso, critico nella giusta misura e sopratutto alterna le brutte notizie con quelle belle. Io sono nato a Galatina e ho vissuto tutta la mia infanzia sino a tredici anni quando con tutta la famiglia ci siamo trasferiti al nord dove siamo rimasti oramai da più  di quarant'anni.
Abbiamo ancora dei parenti e quando possiamo facciamo volentieri un salto, come adesso che siamo qua.
Io sono cresciuto in una casetta del centro storico esattamente in via Cavour e da piccolini eravamo un bel gruppetto di amici che giocavano insieme e ci divertivamo tanto. Ricordo ancora i loro nomi Antonio, Gino, Mimino ecc.  e insieme facevamo le esplorazioni degli angoli più misteriosi e strani del centro storico.
Uno dei posti più  frequentati era senza dubbio Corte Vinella per la presenza del guerriero con la testa tagliata. Quel luogo per noi aveva qualcosa di magico, di proibito, e anche di paura perché ci dicevano che la notte appariva il fantasma del guerriero. Da adulto ho capito che la leggenda era diffusa ad arte dalle indimenticabili signorine Romano proprietarie molto gelose e custodi attente della corte.
Ricordo ancora quando ci faceva salire sul terrazzo dove nella soffitta aveva le galline per farci prendere le uova. E come posso non ricordare i pesciolini di liquirizia che ci regalavano per compenso.
Non potete immaginare la delusione che ho provato quando, circa cinque anni fa, sono ritornato in quel posto per mostrarlo ai miei figli ed ho trovato l'accesso sbarrato da un brutto cancello. E' stato per me come se si volesse cancellare un pezzo della mia infanzia vissuta entrando ed uscendo liberamente da quegli spazi  tenuti sempre aperti.
Non poter più  mostrare la testa del guerriero in cima alle scale, non potermi più avvicinare al pericolo del pozzo, non poter più ritrovare gli anfratti della corte dove ci nascondevamo è stata per me una grande amarezza.
Oggi, dopo cinque anni che non ci passavo più, come per miracolo, ho ritrovato la corte senza cancello ed ho potuto rivivere tutte le mie emozioni ed ho sentito di essere ancora parte di questa bellissima città.
Sembra che il cancello fosse stato montato da forestieri con lo scopo di mettere al sicuro la loro auto.
Quando  accadono questi fatti bisogna reagire con vigore  (...) perché  la nostra identità, la nostra storia, la nostra cultura sono i beni più preziosi che abbiamo e non possiamo farceli portare via da chi, forse, non merita l'accoglienza a braccia aperte che noi riserviamo a tutti.
Viva Galatina. Cari saluti           

Gentile Giuseppe, se il cancello non poteva essere montato ed è stato rimosso significa che i responsabili hanno fatto rispettare la legge. Non possiamo che rallegrarcene.
La ringrazio per l'attenzione che riserva a galatina,it e La saluto cordialmente.  (d.v.)



  

Sabato, 25 Aprile, 2015 - 00:06