Sgominata la banda delle rapine nel basso Salento
Il 09 gennaio 2013, dalle ore 04.00, la Compagnia dei Carabinieri di Maglie ha eseguito nove ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Lecce Casciaro, richieste dal p.m. Miglietta, a carico di nove persone (cinque già detenute e 4 libere)facenti parte di un’associazione a delinquere finalizzata a commettere una pluralità di delitti quali rapine, furti, cessione, trasporto e detenzione di sostanze stupefacenti del tipo cocaina e marijuana, con l’aggravante di utilizzare armi, oltre ad altri reati quali danneggiamenti e lesioni. L’episodio più significativo contestato, da cui è partita tutta l’indagine, è la tentata rapina a mano armata del 02 aprile 2012 a Carpignano Salentino ai danni dell’ufficio postale, culminato con l’arresto di Giuseppe Stasi, Daniele Marra e Antonio Rollo.
Tutte le ordinanze sono state eseguite nei confronti di persone di Ruffano. Le operazioni hanno avuto inizio alle ore 04.00, con l’ausilio del Nucleo Elicotteri, di due unità cinofile e delle Compagnie di Tricase, Casarano, Gallipoli e Lecce, per un totale di 85 militari e 32 autovetture, nei confronti di: Giuseppe Stasi, dell’89; Daniele Mario Marra, dell’87; Antonio Rollo, dell’88; Martino Stasi, del ‘91; Vito William Gravante, dell’81; Alberto Vincenti, del’91; Giuseppe Castelluzzo, dell’81; Marco Sabato, dell’89; CHIARILLO Carlo, dell’89, tutti di Ruffano.
L’indagine THE TOWN (il nome prende spunto dal film “THE TOWN”, pellicola alla quale si ispira il capo del gruppo, che ha come modelli i personaggi particolarmente feroci, cercando di imitarne le gesta, essendo una storia incentrata sulle imprese di quattro rapinatori di banche) trae origine dalla tentata rapina avvenuta la mattina del 02 aprile 2012 a Carpignano Salentino presso il locale ufficio postale quando Daniele Mario Marra viene arrestato in flagranza di reato dalle pattuglie delle Stazioni Carabinieri di Martano e di Otranto; successivamente, ottenute le descrizioni somatiche e fisiche e l’abbigliamento di altri due giovani che si erano dati alla fuga, alle ore 10,10 una pattuglia del Comando Stazione Carabinieri di Melendugno, intercettava in quel centro l’autovettura ricercata e venivano sottoposti da parte del Nucleo Operativo di Maglie a fermo di indiziato di delitto Antonio Rollo e Giuseppe Stasi, sussistendo nei loro confronti concordanti e gravi indizi di colpevolezza: i tre sono ancora detenuti.
Le attività investigative, finalizzate al contrasto del fenomeno ed all’individuazione degli autori sospettati di numerose rapine, sono state poste in essere in varie località del territorio del basso Salento, in particolare nei confronti dei suddetti, tutti residenti nel comune di Ruffano. Interessante un particolare: tutti i veicoli utilizzati per compiere le rapine venivano rinvenuti tra la località prescelta per la rapina e il centro abitato di Ruffano.
Alla base dell’attività del Nucleo Operativo di Maglie vi erano alcuni particolari che facevano presumere che in gran parte delle rapine gli autori fossero sempre gli stessi. Emergeva, infatti che il numero dei soggetti che prendeva parte alle azioni delittuose, era sempre di “tre”, travisati con cappucci di fortuna, ricavati dalle maniche di maglioni, armati spesso di “fucile a canne mozze”, che venivano descritti essere due alti circa mt.1,80 (uno delineato visibilmente corpulento), mentre il terzo di corporatura normale poco più basso dei complici circa mt.1,75; infine, anche il modus operandi della fuga era sempre lo stesso : i rapinatori, dopo la rapina, abbandonato il veicolo usato oggetto di furto, continuavano la fuga a bordo di un’altra autovettura “pulita”, come è accaduto il 02 aprile 2012, Giuseppe Stasi, Daniele Marra e Antonio Rollo che furono arrestati nel corso della tentata rapina presso l’Ufficio Postale di Carpignano Salentino, dopo aver abbandonato il veicolo rubato per poi dileguarsi con l’autovettura “pulita”.
L’attività d’indagine del Nucleo Operativo di Maglie ha permesso di appurare non solo l’esistenza di un’organizzazione delinquenziale dedita alla consumazione di rapine, in particolare ai danni di attività commerciali, ma anche che i proventi di quei delitti erano finalizzati al sostegno delle spese per l’approvvigionamento di stupefacente del tipo “cocaina”e “marijuana” per la cessione a terzi.
Nel corso delle intercettazioni è emerso chiaramente come Giuseppe Stasi, capo del gruppo, approfittasse del suo stato detentivo per stringere nuove e più importanti alleanze con la malavita Leccese, già operante nel settore degli stupefacenti e delle rapine, accettandone anche la “protezione” all’interno del carcere. Per di più, utilizzava il fratello Martino per portare a termine materialmente gli illeciti accordi che gli avrebbero permesso di continuare a reperire un notevoli somme di denaro che gli sarebbero servite anche per il suo mantenimento in carcere.
Sarebbe stato appurato quindi il vincolo tra i tre soggetti che non riguarda solo il passato, in quanto Giuseppe Stasi attraverso le sue comunicazioni aveva messo in risalto la sua “leadership” avendo già da tempo pianificato ulteriori rapine presso Istituti di Credito e non solo. La dimensione delinquenziale raggiunta dall’associazione non ha nessun ridimensionamento circa la commissione di attività illecite nonostante l’arresto dei tre in Carpignano Salentino in data 02 aprile 2012; anzi, Giuseppe Stasi avrebbe continuato a studiare per trovare il modo di portare a termine altre rapine da lui già organizzate, arrivando al punto che, non potendole mettere in opera personalmente, data la sua restrizione, si diceva disposto ad ingaggiare altri soggetti dai quali avrebbe preteso una parte del bottino come compenso per l’organizzazione.
Nell’ambito del sodalizio diretto a commettere rapine i singoli si ripartiscono i compiti attestando così l’esistenza di una specializzazione che rende più efficiente il sodalizio stesso. Nell’ambito dell’associazione, infatti, Stasi, capo indiscusso, avrebbe organizzato i colpi, programmato le azioni delittuose e organizzato il modo di procurare le armi. I suoi stretti collaboratori, d’altra parte, avrebbero contribuito: Antonio Rollo come autista delle autovetture rubate e con funzioni di palo, mentre Daniele Marra, anche per la sua connotazione fisica, sarebbe stato il “violento”, colui che entra con il fucile – ed in un caso colpisce un dipendente ad una cassa senza alcun motivo (Spongano). Il vincolo associativo nasce certamente molto tempo addietro, essendo gli stessi tutti della stessa età e pertanto cresciuti insieme nell’ambito dello stesso comune (Ruffano) e si è consolidato nel tempo attraverso un più vasto programma criminoso con l’organizzazione e la commissione di numerosi reati. Tutte le rapine commesse dal sodalizio, per nulla episodiche ma costanti e reiterate nel tempo, sono poste in essere con stessa metodologia e sistematicità.
La conferma dell’esistenza di questo sodalizio, si sarebbe avuto in particolare da Giuseppe Stasi, quando il detenuto, commentando l’articolo giornalistico apparso in data 15.04.2012, pagina 29 del “Quotidiano di Lecce”, dove si evidenziavano ulteriori indagini nei confronti dei detenuti, ritenuti responsabili di ulteriori “sette” rapine che venivano indicate essere: “la rapina presso l‘Ufficio Postale di Palmariggi in data 13.08.2011; la rapina del 19.08.2011 presso un Supermercato di Scorrano; la rapina del mese di febbraio 2012 presso “Pam” di Spongano; la rapina del 23.03.2012 presso il Supermercato di Muro Leccese”, avrebbe messo in risalto i rispettivi compiti assegnati ad ognuno di loro tre/quattro, in particolare che ROLLO era quello che aveva assegnato il compito di “palo”, rimanendo all’esterno dell’edificio a bordo del veicolo utilizzato per la fuga, mentre STASI e MARRA erano quelli che, armati, mettevano a segno la rapina. Concretamente, STASI, avrebbe tenuto a puntualizzare che compariva personalmente in tutte le rapine con MARRA, mentre ROLLO restava alla guida del veicolo. Dopo l’articolo sul giornale in cui si parla di sette rapine a cui avrebbero partecipato, STASI conferma che loro sono presenti in tre/quattro.
Altra caratteristica fondamentale del sodalizio è la violenza, non solo utilizzata per mettere a segno le rapine, che sono sempre armate, ma in alcuni casi (rapina di Spongano) mediante una violenza inaudita e gratuita che fa emergere il carattere e l’indole dei soggetti. Anche il modo di “risolvere” alcune questioni è sintomatico della loro indole, tanto che Martino Stasi, fratello di Giuseppe, avrebbe preferito risolvere eventuali contrasti con chi che sia mediante atti di intimidazione che potevano andare dall’incendio di autoveicoli delle vittime prese di mira, ai colpi di arma da fuoco sparati sulle loro abitazioni, dimostrando di avere, di fatto, una costante disponibilità di armi.
Ancora più grave è il racconto di STASI in cui conferma che quando furono arrestati a Carpignano Salentino per la tentata rapina all’Ufficio Postale, visto che lui impugnava il fucile mentre erano nascosti in una casa abbandonata, se si fosse trovato davanti i Carabinieri non avrebbe esitato a sparare, e di aver desistito solo dopo aver visto gli altri saltare il muro e scappare, dandosi alla fuga pure lui.
Dopo l’arresto Giuseppe STASI continua a dirigere il sodalizio servendosi del fratello Martino e viene evidenziata la sua abilità nella gestione dello spaccio a Ruffano. Infatti l’’associazione a delinquere acquisiva i suoi principali proventi attraverso le rapine alle attività commerciali, dirottati verso STASI Martino e GRAVANTE Vito William, che li utilizzavano per la vendita dello stupefacente prodotto in proprio, anche grazie alla coltivazione diretta della “marijuana”, essendo emerso, nel corso delle attività tecniche, che la coltivazione delle predette piante avveniva già da diverso tempo e precisamente da “quattro anni”, avendo utilizzato sempre i semi prodotti dalle loro coltivazioni che rendeva possibile il miglioramento della nuova generazione di piante. Ma l’attività principale del gruppo era comunque lo spaccio di cocaina, che avveniva attraverso una serie di “dipendenti” di Martino Stasi. Questi sarebbe riuscito a a piazzare almeno 1 kg di cocaina al mese per lo spaccio, e la cocaina doveva essere “buona” perché i clienti erano “esigenti”. Durante l’esecuzione delle ordinanze sono stati perquisiti altri 13 indagati; nel corso delle stesse sono stati rinvenuti dai militari operanti: in possesso di Martino Stasi due involucri di cocaina per complessivi gr. 9, 1 bilancino di precisione, 2 ricetrasmittenti, materiale vario per il confezionamento e documentazione utile per l’indagine; di Marco De Vitis, dell’84 di Ruffano, un involucro con 7,4 gr. Cocaina, 55 gr. Sostanza da taglio, materiale per confezionamento dosi e un coltello; di Cristian Lato, dell’87 di Ruffano, un involucro con 3,5 gr. di cocaina, 3 bilancini di precisione, materiale vario per il confezionamento e una autovettura BMW 530 oggetto furto in Corsano il 29.12.12 completamente smontata e priva motore; Per questo sono stati tratti arresto flagranza reato di detenzione ai fini di spaccio di cocaina.
Particolare rilevante per far capire l’attenzione dei soggetti nei colpi, nonostante la loro età, è data dal fatto che non portavano al seguito le loro utenze telefoniche e se ciò accadeva, veniva repentinamente spenta, provvedendo anche al distacco della batteria. Non solo, Giuseppe Stasi avrebbe spiegato al fratello ed al padre uno stratagemma creato per avere un alibi mediante la sua utenza cellulare, avendola appositamente lasciata presso la sua abitazione impostata per l’invio di due messaggi che dovevano partire a distanza di 5 minuti uno dall’altro, dalle ore 09:00 del 02.04.2012, verso l’utenza della sua fidanzata Benedetta Baldari.
Effettivamente, a conferma di quanto emerso nella suddetta conversazione, Giuseppe Stasi, avrebbe inviato due messaggi agganciando nell’occasione la cella di Ruffano, precisamente alle 08:48 e alle 08:56 del 02.04.2012, verso l’utenza della fidanzata. Il primo messaggio “Buongiorno”, il secondo che doveva essere generico non sapendo cosa potesse rispondere la fidanzata:”come stai”.
Tweet |