A rischio crollo il pròtiro di Santa Caterina

L'ArcheoClub chiede di intervenire, approfittando della presenza di Philippe Daverio

L’Associazione  ArcheoClub d’Italia- sez. di Galatina è preoccupata per il silenzio e l’immobilismo da parte delle amministrazioni preposte, per il degrado e il pericolo che incombe sul pròtiro del sagrato della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria, monumento  nazionale del 1391, completamente affrescata. Proprio nel momento in cui  l’Amministrazione Comunale indice un convegno sulla Basilica Orsiniana e invita un critico d’arte rinomato e conosciuto come Philippe Daverio, si vuole approfittare per accendere i fari sulla questione del pròtiro della Basilica stessa.
La facciata romanica, tricuspidata,  presenta tre portali splendidamente ornati da intagli in pietra leccese, in doppia fascia quelli laterali e tripla fascia quello centrale.
Il portale principale ha un pròtiro con due  colonne che poggiano su due leoni stilofori e sorreggono due grifoni acefali. Il sagrato si elevava su cinque gradini ed era delimitato da quattro esili tronconi di colonne marmoree, avanzi del primitivo convento.
L’Archeoclub ricorda che il fusto della colonna posta a destra venne abbattuto negli anni 60/70 del secolo scorso a causa di uno sbadato e maldestro automobilista e si vedono ancora i segni lasciati dall’incidente. Ma ancora di più si sentono i tanti passaggi di auto. Solo da pochi mesi, infatti, la piazza antistante il magnifico monumento è stata interdetta al traffico. I problemi al sagrato, oltre che dal passaggio delle auto, sono stati creati dal nuovo basolato, rifatto più volte, che crea uno scivolamento del pròtiro. Vistoso ed evidente è il cedimento in fondazione dell’intero sagrato che comporta il distacco dei leoni stilofori con interessamento del colonnato di sostegno al pròtiro.
L'Archeoclub di Galatina, custode e sentinella dei Beni artistici archeologici e ambientali, cogliendo l’occasione della venuta del prof. Daverio, lancia un appello all’Amministrazione Comunale, alla Diocesi e alla Soprintendenza ai  Beni Culturali per meglio agire  per salvare un bene, patrimonio de Salento e dell’Italia tutta che va salvaguardato, protetto e tramandato alle generazioni future, perché anche loro possano usufruire della bellezza di questo inestimabile gioiello che non ha eguali nel mondo

Mercoledì, 19 Novembre, 2014 - 00:06

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