Londra, New York, Parigi
Quelle sere di primavera illuminate da una luna che conservava ancora tutti i suoi segreti,
ci sorprendevano quasi sempre seduti su un muretto a chiacchierare.
Eravamo così, il mondo lo vedevamo sui giornali o sui libri e il più delle volte lo immaginavamo
soltanto. Bastava una palma su una spiaggia assolata a muovere la nostra fantasia, bastava un
posto pieno di gente e di negozi a far correre la fantasia, farci sognare.
Era una sera di concetti profondi,
di America, di viaggi, di percorsi un po’ strambi.
Sognavamo di andare lontano,
sparire da quel fare quotidiano,
magari un altro posto, un altro rione,
magari un bel lavoro e un uovo amore.
E così ci piaceva immaginare,
altri posti, altri spazi da cercare.
Sognavamo paesi differenti,
pieni di vita, pieni di eventi.
Avremmo preso prima un bel diploma,
festeggiato la fine della scuola,
il militare da toglierci davanti
e la vita a scoprirci quasi pronti.
Giusto il tempo per qualche rimpatriata
poi di corsa un biglietto solo andata.
…...Ero da giorni partito militare
e non vedevo l’ora di tornare,
fu troppo grande la malinconia,
l’attesa di tornare a casa mia.
Furono abbracci e saluti,
ricordi imbevuti
di lacrime e sofferenza
per una triste lontananza.
Eravamo così ma non lo sapevamo, sognavamo Londra, New York e Parigi, ma al momento
dei saluti il nostro paese ci sembrava all’improvviso il più bello del mondo.
Eravamo così, guardavamo la luna, correvamo nei prati, con quei pantaloncini rammendati
e quelle scarpe riparate. Con quelle magliette a righe che ci andavano sempre più corte.
Eravamo così, un panino per strada, un gioco improvvisato, un fatto raccontato.
Sognavamo grattacieli e cieli grigi,
Londra, New York, Parigi.
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