"Abbiamo fatto solo il nostro lavoro"
“Quella notte l’acqua l’aveva ghermita mentre si trovava a Genova in via Cesarea. Aveva urlato di paura con l’acqua che l’aveva sballottata come un fuscello. Sola sotto il nubifragio, aveva temuto di non farcela. Ma all’improvviso si era sentita afferrare da un ‘angelo’, una sagoma blu in carne e ossa”. (da Il Corriere mercantile del 20 ottobre 2014). Quell’angelo era Andrea Ciarfera, 28 anni di Collemeto, a Genova da cinque anni, nel Reparto Prevenzione Crimine della Polizia di Stato.
“Accanto a lui c’erano altri uomini con gli stessi giubbotti –continua la cronaca- l’hanno sollevata e portata a braccia, via lontano dal mostro d’acqua che aveva avvinghiato la città come già tante (troppe) volte era accaduto in mezzo secolo e anche prima. Era salva, shoccata con la mente schiacciata su quell’incubo vissuto a pelo d’acqua. E poi eternamente grata a quell’”angelo” e ai suoi colleghi”.
La signora, una nota professionista genovese, aveva capito che erano poliziotti e ricordava di aver sentito i colleghi che chiamavano Andrea. L’aveva, inoltre, colpita l’inconfondibile accento salentino del suo soccorritore essendo spesso venuta in vacanza nel leccese.
Ha preso, allora, carta e penna ed ha scritto, una lunga, commovente lettera al Questore di Genova raccontando i fatti e chiedendo di incontrare quei ragazzi a cui doveva la salvezza.
All’Ufficio di Gabinetto si sono messi in moto ed hanno rintracciato, fra le ventisei sul campo, la pattuglia che aveva operato in quella zona. “C’ero già stato nel 2011 –racconta Andrea Ciarfera- quando ho sentito che c’era stato l’alluvione ho detto ai miei due colleghi che dovevamo dirigerci là. Abbiamo salvato quella signora che era inciampata e caduta nell'acqua ma non siamo eroi. Abbiamo solo fatto il nostro lavoro. Quella sera sono stati tanti gli uomini della Polizia e delle Forze dell'ordine che hanno salvato vite umane”.
Il 21 ottobre la professionista quarantenne ha potuto incontrare e ringraziare personalmente in Questura a Genova, quelli che lei continua a chiamare i suoi “angeli”.
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