“I am a woman”
“Cosa la società si aspetta da un maschio e cosa da una femmina? Quali e quante sono le discriminazioni dei linguaggi dure a morire? E’ possibile ridisegnare la mappa dei rapporti di genere partendo dall’abbandono di vecchi e nuovi stereotipi?” Nasce da queste premesse, “I am a woman”, la nuova iniziativa della consigliera di Parità della Provincia di Lecce Alessia Ferreri, ideata da Alessandra Pizzi, e promossa insieme all’associazione culturale Titania.
Il progetto vuole offrire una riflessione sull’identità di genere, sulla complessità - semplicità delle relazioni, offrendo il punto di vista degli attori sociali: gli uomini e le donne. “I am a woman” si propone di essere un “contenitore” di idee che chiama a raccolta giovani artisti, creativi, filosofi, pensatori, ma soprattutto il pubblico eterogeneo, invitato ad assistere, a partecipare, a riflettere, sulla persistenza degli stereotipi di genere, acquisiti nel lessico della quotidianità, fattori condizionanti dello sviluppo di una società fondata su principi di parità e di uguaglianza.
Si parte sabato 24 maggio alle ore 19 nella libreria Icaro, in via Cavallotti a Lecce, con il vernissage della mostra “Io sono bellissima”, curata da Loredana De Vitis. L’esposizione sarà aperta fino al 30 maggio prossimo.
Domenica 25 maggio alle ore 17 nel Chiostro Zaccaria, in via Principi di Savoia, a Lecce, si terrà l’inaugurazione della mostra di design e artigianato artistico intitolata “Ieri sera ho incontrato un/a creativo/a…”.
Il programma proseguirà giovedì 29 maggio alle ore 20:15 nel teatrino dell’ex Convitto Palmieri, in piazzetta Carducci, a Lecce, con lo spettacolo di teatro e musica “Eva non è ancora nata” di e con Salvatore Cosentino. Altri appuntamenti sono in cantiere anche per il mese di giugno.
In realtà questo nuovo progetto dell’Ufficio della Consigliera di parità, proposto anche in vista della candidatura di Lecce a Capitale Europea, per la quale si auspica una rivisitazione con “lente di genere”, non ha una data di conclusione, perché i “changing behaviour” sono rivoluzionari, ma estremamente lenti.
Linfa vitale per la prosecuzione dell’iniziativa, che vuole lasciare sul territorio una traccia tangibile di convivenza civile, saranno le proposte che arriveranno direttamente all’Ufficio della consigliera di Parità della Provincia di Lecce o all’associazione Titania, così come le riflessioni, i commenti, le idee postate sulla pagina facebook “Iamawoman”. Tutti sono invitati a partecipare proponendo un’iniziativa, un evento. Quale che sia lo specifico artistico o il medium (la fotografia, il teatro, la letteratura, il design), ciò che conta è il messaggio.
“I am a woman”, infatti, si svilupperà come una performance “en plain air” nel territorio salentino, facendo tappa nei centri storici, coinvolgendo gli spazi pubblici ed urbani, entrando nei luoghi, disegnando un percorso ma, soprattutto, chiamando a raccolta 30 artisti, creativi, a riflettere e confrontarsi sui temi dell’oggettivazione sessuale, la strumentalizzazione delle donne e gli stereotipi di genere nel mondo della comunicazione tout court, dell’arte, dell’informazione e della formazione.
Le iniziative pervaderanno gli spazi, “contamineranno” i luoghi vissuti nella quotidianità: chiostri, teatri, librerie, bar, centri commerciali, ristoranti, mezzi pubblici e urbani. Il pensiero è univoco: riflettere tutti, senza distinzione di sesso, sul “femminile” che è in ognuno. L’invito è rivolto alle donne ad accettare il loro essere senza la necessità di acquisire stereotipi maschili, e a gli uomini a provare, anche per un solo istante, a guardare il mondo con gli occhi di una donna, per scoprire poi che forse non è molto lontano dal loro, e per entrambi accogliere, senza false congetture epocali, la felice convivenza dei sessi che ognuno ha in sé. Ecco, quindi, che il progetto diventa una provocazione, di una riflessione “attenta” e di una creatività “attiva”.
La consigliera di parità Alessia Ferreri afferma: “È necessario e quanto mai stringente favorire una riflessione sugli stereotipi presenti nella comunicazione, nell’informazione, negli ambienti di lavoro, negli ambienti formativi e scolastici, ma soprattutto nel linguaggio della quotidianità, dove ancora persistono luoghi comuni, abitudini e atteggiamenti che alludono e, spesso, testimoniano un approccio diverso e discriminatorio, fondato sul genere”.
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