Una 'Via Crucis vivente' per le strade di Galatina
Una 'Via Crucis' vivente è stata organizzata dalla Parrocchia Santa Caterina d'Alessandria di Galatina per mercoledì 16 aprile alle ore 20. Secondo molti storici questa pia pratica risale a Francesco d'Assisi o alla tradizione francescana. Intorno al 1294, Rinaldo di Monte Crucis, frate domenicano, racconta la sua salita al Santo Sepolcro "per viam, per quam ascendit Christus, baiulans sibi crucem", per varie tappe, che chiama stationes: il luogo della condanna a morte di Gesù, l'incontro con le pie donne, la consegna della croce a Simone di Cirene, e gli altri episodi della Passione fino alla morte di Gesù sulla Croce.
Originariamente la vera Via Crucis comportava la necessità di recarsi materialmente in visita presso i luoghi dove Gesù aveva sofferto ed era stato messo a morte. Dal momento che un tale pellegrinaggio era impossibile per molti, la rappresentazione delle stazioni nelle chiese divenne un modo di portare idealmente a Gerusalemme ciascun credente. Le rappresentazioni dei vari episodi dolorosi accaduti lungo il percorso contribuivano a coinvolgere gli spettatori con una forte carica emotiva.
Tale pratica popolare venne diffusa dai pellegrini di ritorno dalla Terrasanta e principalmente dai Minori Francescani che, dal 1342, avevano la custodia dei Luoghi Santi di Palestina.
Inizialmente la Via Crucis come serie di quattordici "quadri" disposti nello stesso ordine si diffonde in Spagna nella prima metà del XVII secolo e venne istituita esclusivamente nelle chiese dei Minori Osservanti e Riformati. Successivamente Clemente XII estese, nel 1731, la facoltà di istituire la Via Crucis anche nelle altre chiese mantenendo il privilegio della sua istituzione al solo ordine francescano.
Uno dei maggiori ideatori e propagatori della Via Crucis fu San Leonardo da Porto Maurizio, frate minore francescano che ne creò personalmente alcune centinaia. Al fine di limitare la diffusione incontrollata di tale pratica devozionale, Benedetto XIV ricorse poco dopo ai ripari stabilendo, nel 1741, che non vi potesse essere più di una Via Crucis per parrocchia.
La collocazione delle stazioni all'interno della chiesa doveva rispondere a norme di simmetria ed equidistanza: il corretto espletamento delle pratiche devozionali consentiva di acquisire le stesse indulgenze concesse visitando tutti i Luoghi Santi di Gerusalemme.
Oggi tutte le chiese cattoliche dispongono di una "via dolorosa", o almeno di una sequenza murale interna. Il numero e i nomi delle stazioni cambiarono radicalmente in diverse occasioni nella storia della devozione, sebbene l'elenco corrente di quattordici stazioni ora sia quasi universalmente accettato. L'ordine lungo le pareti non segue una regola precisa, può infatti essere indifferentemente orario o antiorario. Secondo un documento della diocesi di Nanterre "l'ordine più diffuso è quello antiorario, ma non c'è una regola generale". (da wikipedia)
Nel 1991 la tradizionale Via Crucis di Giovanni Paolo II al Colosseo fu fatta secondo lo schema seguente:
- Gesù nell'orto degli ulivi (Marco 14,32-36)
- Gesù, tradito da Giuda, è arrestato (Marco 14,45-46)
- Gesù è condannato dal sinedrio (Marco 14,55.60-64)
- Gesù è rinnegato da Pietro (Marco 14,66-72)
- Gesù è giudicato da Pilato (Marco 15,14-15)
- Gesù è flagellato e coronato di spine (Marco 15,17-19)
- Gesù è caricato della croce (Marco 15,20)
- Gesù è aiutato dal Cireneo a portare la croce (Marco 15,21)
- Gesù incontra le donne di Gerusalemme (Luca 23,27-28)
- Gesù è crocifisso (Marco 15,24)
- Gesù promette il suo regno al buon ladrone (Luca 23,39-42)
- Gesù in croce, la madre e il discepolo (Giovanni 19,26-27)
- Gesù muore sulla croce (Marco 15,33-39)
- Gesù è deposto nel sepolcro (Marco 15,40-46)
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