Da Milano a Gallipoli per affittare via internet case inesistenti, denunciate sei persone

Gallipoli. Nella giornata di ieri i Carabinieri della Stazione di Gallipoli hanno deferito all'autorità giudiziaria in stato di libertà, sei persone, con l’accusa di truffa aggravata e continuata e frode informatica. I sei soggetti, che hanno operato separatamente ma con la stessa tecnica, vengono quasi tutti dalla Provincia di Milano: R.R. 39enne e S.T. 35enne da Peschiera Borromeo (MI), F. L. 44enne di Altamura ma residente a Cassina dei Pecchi (MI), L. D.B. 38enne di Cormano (MI), A.P.L.T. 68enne del capoluogo lombardo e V. S. 34enne di Cerignola (FG). I sei inserivano annunci immobiliari riguardanti le migliori località di Gallipoli (Baia Verde, Rivabella ecc.) su siti internet specializzati. Trovati gli acquirenti (che provenivano da tutta Italia), cercavano di rassicurare questi ultimi sulla serietà della proposta facendosi chiamare sul proprio cellulare ed inviando poi, via fax o internet, il contratto di locazione.
Successivamente, chiuso l’affare, si facevano inviare la caparra mediante ricariche postepay. Chiaramente le case proposte non esistevano, erano già affittate oppure, e questo è stato il caso di due delle vittime, erano case di cittadini gallipolini che lì abitavano e per nulla erano intenzionati a darle in locazione. A questo punto le vittime tentavano solitamente di contattare il presunto “locatore” trovando però il telefono spento.
I truffatori, infatti, avevano attivato i numeri appositamente per queste truffe, spegnendo i telefoni o, in alcuni casi, addirittura rivendendoli con tutta la sim. Le indagini sono state approfondite ed articolate ed hanno riguardato, oltre alle verifiche sui siti web, anche i conti correnti dei truffatori. Si sono concluse con il defrimento all'Autorità Giudiziaria dei sei soggetti e sono nate dalle denunce presentate da 4 delle 8 vittime che, complessivamente, hanno versato ai truffatori caparre per oltre 5000 euro.
I militari della Stazione di Gallipoli hanno anche proceduto ad analizzare le carte prepagate utilizzate, confrontandone i dati con quelli dei cellulari e degli account dei siti di compravendite e poi estendendo le informazioni trovate ad altre denunce per medesimi fatti. Sono così emersi gli altri quattro casi per i quali i truffatori sono stati deferiti in stato di libertà.

 

Lunedì, 14 Ottobre, 2013 - 00:02