Perché la 'Cuccuascia' si rifugia tanto spesso nel Chiostro?
Ma perché con tante bellissime e capienti piazze che abbiamo dobbiamo relegare gli eventi al chiuso del Palazzo della Cultura o, se va bene, nel Chiostro? Abbiamo paura che gli altri li vedano? Perché gli spettacoli estivi non hanno una cornice più ampia ? Quando arriverà la brutta stagione potremo godere degli spettacoli al chiuso.
Gentile Giuseppe, ritengo che le localizzazioni siano state scelte in funzione dell’evento e dell’ospite facendo una stima sulla quantità di spettatori. Non credo che, con i risicati fondi a disposizione dell'assessorato alla cultura, fosse possibile pagare il palco e l’amplificazione in una piazza per tutte le manifestazioni organizzate direttamente dal Comune.
Sicuramente ci sono alcuni macroscopici difetti da eliminare. Se si organizza la presentazione di un libro o un dibattito la prima risorsa a cui occorre pensare è l’amplificazione. Deve essere adeguata al luogo in cui è collocata. Nel Chiostro dei Domenicani l’acustica naturale è ottima per i concerti di pianoforte ma va supportata elettronicamente in tutti gli altri casi. A utilizzare le apparecchiature devono essere dei professionisti o delle persone che sappiano operare sulle attrezzature comunali. Purtroppo abbiamo assistito a manifestazioni in cui la parola era fondamentale ma veniva percepita a stento solo dai fortunati delle prime tre file.
E poi c’è la questione dell’orario delle manifestazioni. Non iniziano mai all’ora annunciata. Se va bene cominciano mezzora dopo ma generalmente, il famigerato quarto d’ora accademico supera regolarmente i sessanta minuti. Se qualcuno si decidesse a dare inizio a qualsiasi manifestazione all’ora stabilita le persone si abituerebbero a non arrivare puntualmente in ritardo.
Approfitto per fare un appello in questo senso a Luigi Fracasso, direttore artistico de “I Concerti del Chiostro”, ma prima gli faccio una domanda. Caro maestro, a lei che tiene concerti in tutto il mondo è mai capitato di doversi esibire con oltre un’ora di ritardo?” (d.v.)
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