Un intrigo internazionale intorno all'incunabolo scomparso dalla Biblioteca di Galatina nel 1991?
In un affare riguardante il gas in Basilicata, un'azienda russa, Massimo De Caro e Marcello Dell'Utri appare un misterioso "libro che contiene un'epistola di Cristoforo Colombo". Lo ricordano Fabio Amendolara e Filippo Mele a pagina 14 de "La Gazzetta del Mezzogiorno" del 4 agosto scorso. Nel 1991 dalla Biblioteca "Pietro Siciliani" di Galatina scomparve un incunabolo che conteneva proprio una lettera dello scopritore dell'America. Secondo un'inchiesta della Procura di Firenze "tra aprile e maggio 2009 Dell'Utri incassa 409 mila euro sul suo conto al Credito Cooperativo Fiorentino, la banca allora guidata dal coordinatore del Pdl Denis Verdini, poi commissariata dopo l'indagine sulla "cricca" degli appalti. A versargli quei soldi è il bibliofilo De Caro. Sulla carta è il prezzo di una «epistola di Cristoforo Colombo del 1493». Per i giudici di Firenze, però, la giustificazione «è del tutto fittizia»: Dell'Utri non aveva quell'incunabolo, mentre De Caro gli ha girato soldi che aveva a sua volta ricevuto dai russi di Renova, di cui fino al 2009 fu manager (come rivelò "l'Espresso" del 22 dicembre 2010)" (estratto da un articolo di Lirio Abbate e Paolo Biondani apparso 12 luglio 2012 l'Espresso).
A Palazzo Orsini, ieri mattina, si sono fatti una domanda: "E se l'incunabolo rubato a Galatina avesse a qualcosa a che fare con il misterioso 'libro' di cui Dell'Utri, secondo i Ros, parlò al telefono con De Caro?". Per avere una risposta e non rimanere con il dubbio gli Amministratori galatinesi hanno messo in moto tutti i meccanismi legali attivabili in casi come questo.
All'epoca della "scomparsa" della preziosa opera da Galatina la faccenda sembrava facile da risolvere. Non erano infatti molti gli studiosi ammessi alla visione e allo studio di quei testi. Nei fatti per ventidue anni l'inchiesta si è arenata. Sarà la Procura fiorentina a riaprirla?
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