Assolta dopo due anni giovane galatinese accusata di rapina

Nel 2011 fu aggredita da un indiano e il suo compagno, di Frigole, intervenne per difenderla

Dopo due anni è finito l’incubo di Rosanna D'Errico, galatinese, e Giorgio Fracasso, di Frigole, accusati ingiustamente di tentata rapina e fatti passare per aggressori mentre, invece, il Tribunale di Lecce ha stabilito venerdì scorso che erano stati gli aggrediti.
Nella notte dell’otto agosto 2011  i due giovani vennero arrestati, con l’accusa di avere tentato, qualche ora prima, di rapinare un cittadino indiano, di nome Selvakulandran.  Il cittadino extra-comunitario sosteneva che nel rientrare a casa con uno scooter, dopo una giornata di lavoro e con la paga in tasca, era stato bloccato in via Vecchia Carmiano, a Lecce, da un'auto, che gli sbarrava la strada. I passeggeri, D'Errico e Fracasso, sempre secondo l’uomo indiano, lo avevano minacciato con un coltello, nel tentativo di rapinarlo. Egli,però, aveva reagito, tanto che, mentre i due aggressori erano in macchina e cercavano di allontanarsi, aveva preso una catena dal sellone del ciclomotore e aveva colpito, distruggendolo, il parabrezza dell'auto.
Sul posto intervennero, immediatamente, gli agenti del 113, chiamati da Fracasso, i quali raccolsero la versione dei fatti dei protagonisti. Rosanna D'Errico raccontò che, mentre si trovava in via Vecchia Carmiano era stata avvicinata dall'indiano, il quale, prima, aveva tentato un approccio, ma poi, respinto, aveva tentato di rapinarla, prendendole la borsa. Nel frangente, era giunto sul posto, in auto, Giorgio Fracasso, il quale udite le urla della compagna, era intervenuto per impedire l'aggressione. L'indiano a quel punto aveva preso  la catena e aveva colpito ripetutamente il cofano e il parabrezza dell'auto, dopo avere lanciato contro i due, che nel frattempo si erano rifugiati nell’abitacolo, il suo casco. In quei concitati momenti i  due malcapitati avevano chiamato il 113.
“La Polizia credette alla versione dell'indiano –afferma oggi Massimo Marra, avvocato difensore dei due giovani- senza nemmeno verbalizzare le dichiarazioni di D'Errico e Fracasso e senza nemmeno tenere conto che erano stati proprio loro a rivolgersi al numero d’emergenza”. Il risultato fu che gli uomini della Polizia di Stato ottennero un ordine di custodia cautelare in carcere contro i due per tentata rapina e, per giustificare il fatto che era stato il Fracasso a telefonare,  contestarono loro anche il reato di calunnia.
Dopo un mese di carcere preventivo, i due imputati ottennero l'annullamento del provvedimento cautelare, ma, nel frattempo, Rosanna D'Errico, anche per la pubblicità dell'accaduto sui mezzi di informazione, per due anni non ha potuto vedere il figlio, affidato alla madre, mentre Fracasso perdeva  il posto di lavoro perché licenziato per ‘giusta causa’.
Solo la sentenza di venerdì scorso della Prima Sezione Collegiale del Tribunale di Lecce ha riabilito i due, riconoscendo la loro innocenza, ed assolvendoli  per non avere commesso il fatto.

Martedì, 9 Luglio, 2013 - 00:05