"Questa sera alle ore 19:00 sui terrazzi per fare un grande applauso ai nostri ragazzi e festeggiarli come meritano"

No, non sono di quei ragazzi che hanno visto partire i loro padri o i loro fratelli maggiori per andare a combattere le ultime due guerre mondiali. Non sono, grazie a Dio, di quelli che non hanno visto più i loro cari fare ritorno a casa e a cui le mamme hanno dovuto inventare una storia per giustificare quella assenza e dare speranza … che un giorno, vedrai, papà tornerà. Non sono di quei ragazzi che hanno sentito le sirene suonare e si sono visti prendere per mano ed essere trascinati in qualche nascondiglio sicuro per non essere colpiti dalle bombe che piovevano dal cielo tutto ad un tratto diventato straniero.
Sono quei bambini e quei ragazzi della nostra epoca, e non possiamo rinfacciarglielo, che oggi non hanno visto papà partire per allontanarsi da casa ma rimanerci insieme a loro e alle loro mamme. E quante volte lo hanno ascoltato in televisione: “Non uscite di casa”. Un messaggio che all’inizio sembrava l’invito ad una vacanza. Che bello, si rimane a casa e non si va a scuola! Ma, col passare del tempo, si è capito che casa è solo un nascondiglio segreto per proteggersi dal nemico. Ecco perché quel lavaggio di cervello: “Io resto a casa”.
Niente bombe che piovono dal cielo, per carità, niente nemici in carne ed ossa di cui avere paura, perché essi stanno ben chiusi nella scatola dei giocattoli e non fanno male. Solo soldatini di plastica da tirare fuori per giocare a fare la guerra, rumore di spari imitati con il suono delle labbra ma niente esplosioni vere per le strade. Questi ragazzi vivono alla loro età una guerra strana alla quale sono chiamati a combattere pure loro. Niente scuola, niente piscina, niente sport, niente merende con gli amici, niente passeggiate, niente pizzeria, niente oratorio … niente. Si dirà: in fondo sono stati a casa loro, al sicuro, avranno visto film, avranno trascorso tante ore in cameretta a fare niente, si saranno collegati con gli amici e avranno chiacchierato. Ma è mancata la prima cosa essenziale per la loro età: le loro relazioni, il contatto umano, abbracciarsi, stringersi le mani, fare gli scherzi, rincorrersi, giocare al pallone, stare per strada, litigare e fare pace, piangere per una sconfitta e ridere a crepapelle … Ma il nemico, un virus invisibile che nella sua pericolosità ha mietuto migliaia di morti, è la guerra che stanno vivendo questi ragazzi. Una guerra da combattere con mascherina, guanti e isolamento dagli altri. E credo che in questo momento in cui esplode la primavera con le belle giornate a questi ragazzi vada fatto un applauso grande grande perché vanno incoraggiati a tenere duro perché tutto passerà.
Per questo vi invito questa sera alle ore 19:00 sui terrazzi o sui balconi delle vostre case per fare un grande applauso a questi ragazzi e festeggiarli come meritano. Non mancate.

Domenica, 19 Aprile, 2020 - 00:08