Alla mia Italia

Silenzio. Intorno a noi tutto tace. Non si sentono più i rumori del motore delle auto, lo scoppiettio dei ciclomotori. Solo il silenzio, quasi assordante, che lascia ampio spazio ai pensieri danzanti nella mente che, nostalgica, porta alla luce tutto ciò che fino ad ora è stato da noi dato per scontato. Le grida dei bambini in corsa a rincorrere un pallone, le risate dei vicini di fronte a un bicchiere di vino, i giochi da tavolo tra amici, ormai sono solo un ricordo. Silenzio. Intorno a noi tutto tace, tutto è fermo, immobile, nell’attesa che il nemico possa abbandonare per sempre il fronte italiano, ormai divenuto mondiale. Silenzio. L’economia va a picco, i telegiornali trasmettono solo notizie riguardanti il funesto COVID-19. Il suo nome spaventa l’italiano, il cinese, il tedesco, lo spagnolo, l’americano. L’Italia è la seconda nazione, dopo la Cina, più colpita al mondo. Tutti, dai ragazzi agli anziani, nel panico, si sono dati alla fuga, infettando, inconsapevoli, migliaia di altri loro simili, provocando loro la morte. Silenzio. Intorno a noi tutto tace. Ed ecco un nuovo decreto annunciato al televisore. Il nostro Presidente del Consiglio, dopo il forzato isolamento, impone la chiusura di tutti i negozi di seconda necessità. La sua voce è rotta, il suo viso è stanco, malinconico, ma non si perde d’animo, “distanti oggi per abbracciarci con più calore domani” asserisce in una conferenza, diffondendo tra gli italiani un sentimento di speranza, di fratellanza mentre cresce il desiderio reciproco di riabbracciarsi nonostante le distanze. Egli trasmette un messaggio di resistenza, credendo fortemente in un domani migliore, che arriverà per tutti, a qualsiasi costo. Silenzio. Intorno a noi tutto tace. Appaiono sui social le prime immagini dei medici e degli infermieri. Il loro volto è scavato dalle mascherine e dalle visiere, le mani sono deturpate dagli agenti chimici disinfettanti, la loro blusa è simile a quella degli astronauti, gli eroi del mondo. Ma, ora, siamo soffocati da una realtà ben più bruta, spietata. Ora più che mai i nostri eroi sono proprio loro, gli operatori sanitari, i quali sono sottoposti a orari di lavoro massacranti, avvolti in una tuta cocente, senza la possibilità di bere un bicchiere d’acqua o di sollevare un respiro più profondo per ben sette ore consecutive. Proprio loro sono degni di essere reputati i veri eroi dell’umanità, nati per salvare vite umane, a costo di mettere a repentaglio la propria. D’altronde il cuore degli eroi è forte, è di acciaio, ma basta poco per farlo sciogliere alla vista del sorriso di un paziente che sembra rispondere alla terapia. Silenzio. Intorno a noi tutto tace. Le strade sono deserte. Improvvisamente si sente qualcosa in lontananza. È una musica, è l’Inno di Mameli. Ecco, ancora, che se ne sente un’altra, è “Nel blu dipinto di blu”, di Domenico Modugno, canzone ritenuta importante tanto quanto l’Inno d’Italia. Silenzio. Intorno a noi tutto tace. È sera, i pensieri riaffiorano alla mente, il desiderio di uscire a prendere una boccata d’aria è sempre più attraente. Ma no, bisogna resistere, per il bene dell’intera umanità, per il bene dei nostri genitori, dei nostri nonni, la preda preferita del cacciatore invisibile. Silenzio. Intorno a noi tutto tace. L’Italia risponde. L’Italia è grata ai suoi figli. L’Italia ci è grata. Da qualche settimana si sente respirare un’aria diversa, un’aria nuova, un’aria pulita. Il virus sembra abbia ricongiunto milioni di famiglie, sembra abbia fatto riscoprire la gioia di riunirsi a tavola tutti insieme, la meraviglia di ridere, il calore di un abbraccio, il valore della presenza. Silenzio. Intorno a noi tutto tace. I pensieri smettono di danzare nella tumultuosa mente. Pare abbiano trovato un senso a tutta questa triste situazione. Essi sono riusciti a dare un senso al silenzio che ci avvolge stretti a sé, alle ore trascorse, e ancora da trascorrere, in casa, ora più che mai “nido”, luogo sicuro in cui trovare riparo dalle intemperie di un mondo insicuro, a dare un senso a un incerto futuro, ma soprattutto a un amaro presente. I pensieri ora si fermano, lasciando ampio spazio ai ricordi, insegnandoci ad apprezzare l’importanza di ogni piccolo gesto, di un lieve sussurro, della temporanea presenza degli affetti, che hanno contribuito, nel bene o nel male, alla crescita delle persone che si è oggi. Bisogna, tuttavia, non dimenticare di valorizzare ciò che di più caro ci è stato regalato dalla nascita, la vita, la quale non può e non deve essere assolutamente trascurata o messa da parte per ciò che è ad essa funzionale. Da sempre, fin da bambini, ci hanno insegnato a preservarla, a custodirla, quindi, ora più che mai è arrivato il momento di mettere in pratica le nostre capacità, di dimostrare il nostro coraggio, la nostra perseveranza. È ora di comprovare con maturità che siamo in grado di combattere, nell’unico modo impostoci: stando a casa. Ciò può sembrare un’impresa impossibile, strozzante, estenuante, ma ricordiamo tutti che ai nostri nonni è stato imposto di andare a combattere una guerra disumana, soli, al gelo, in assenza di servizi tecnologici di alcun tipo, lontani dalle loro famiglie, dalla loro quotidianità, la quale stiamo desiderando e imparando ad apprezzare sempre di più, mentre invece a noi è stato solo chiesto di restare a casa, a oziare sulla poltrona di fronte al televisore che ci aggiorna sui cambiamenti e sui risultati positivi che, si spera, un giorno si possano vedere. Auguro alla mia Italia di guarire, di debellare al più presto un nemico con il quale gli italiani non vogliono avere più a che fare. Auguro alla mia Italia di riscoprirsi, di valorizzarsi, di dimostrare a tutto il mondo ciò che è in grado di fare, ciò che le menti che lavorano dietro il sistema sanitario, e non solo, sono riuscite a gestire con grande coraggio e straordinaria destrezza. Auguro alla mia Italia di ritrovare la serenità e l’allegria che un tempo l’hanno caratterizzata. Auguro alla mia Italia di ritornare come prima. Sono certa che ci riuscirà, e sarà speciale, e sarà bellissima. Ce la farà, ce la faremo.

Venerdì, 27 Marzo, 2020 - 00:04