La storia millenaria di Roma racconta di accoglienza

Una riflessione sulla nota di Alessio Prastano

Gentile Alessio, credo che la sua “cartolina notturna” di una notte romana amara sia un po' parziale e frettolosa. Roma è una delle prime città italiane in cui arrivano immigrati da ogni dove: la dimensione internazionale della città è scritta nella sua stessa storia millenaria. La vita stessa di Roma è caratterizzata dai cittadini stranieri, presenti ovunque, cittadini che hanno progressivamente cambiato la popolazione della Capitale che registra le più svariate categorie di immigrati, diversi per storia, provenienza e cultura.
Se nella sua passeggiata si è “allungato” fino a Via Marsala avrà potuto vedere che proprio lì c’è un primo centro di accoglienza della Caritas, un ostello cosiddetto di prima accoglienza, dove spesso, però, le persone rimangono a lungo termine aiutate e sostenute da una rete di volontari e da servizi, anche notturni, itineranti.  Attiva e preziosa su Roma è anche la Comunità di Sant’Egidio che offre case di ospitalità, mense, centri di ascolto e di tutela legale. Questo solo per “esplicitare” alcune realtà fortemente attive.
Non è vero, quindi, che nessuno vuole occuparsene. Anzi, questo è un tema trattato e dibattuto che  non si può esaurire in una semplice fotografia da passante. È come voler far riflettere sulla fame nel mondo partendo dalle persone denutrite che si possono incontrare in un viaggio in Africa, magari parlandone seduti attorno ad una tavola imbandita. Basterebbe? Credo di no.
Quello che serve è l’azione e il sostegno a chi l’aiuto lo dà quotidianamente, magari anche in silenzio. E se le riflessioni possono portare a questo ben vengano.
Saluti, Eleonora Tundo

Mercoledì, 5 Giugno, 2013 - 00:07