"L'evasione si combatte con la parola"

Ho vissuto l’amara sorte di una politica estiva che mi ha lasciato perplesso e sbigottito, governi che cambiano, alleanze che non hanno né capo né ‘cuollo’, dicono a Napoli, ma tutto procede come se niente fosse accaduto. La cosiddetta politica all’italiana, manovra finanziaria che basa il suo concetto sulla imposizione di tributi e sulla grande evasione fiscale (argomento trattato sempre da anni da tutte le forze politiche), lotta spietata a tale fenomeno che graverà principalmente sulle piccole e medie imprese le quali al primo accertamento da parte degli organi preposti al controllo, chiuderanno i battenti. Si scatenerà una lotta fra poveri e la vera evasione rimarrà sommersa con una penalizzazione per il piccolo che è la spina dorsale economica del paese. Quando le piccole imprese chiuderanno chi pagherà gli stipendi e le pensioni? Non è cosi che si persegue la lotta all’evasione. Gli atri paesi europei hanno risolto il problema riducendo le imposte al 15% al 20% esentando i piccoli artigiani e commercianti (Portogallo, Danimarca etc) Lì tutti apriranno una attività e sarà una corsa a pagare le imposte. Non si può combattere una evasione in una lotta impari dove lo stato, socio occulto al 50-60-70%, si preoccupa solo di far chiudere la stessa azienda da cui esso stesso introita denari. Per poter combattere l’evasione non basta fare azioni coercitive, l’uso della forza non paga. Bisogna usare l’arma della parola, della contrattazione e della buona diligenza del padre di famiglia. Solo la moderazione riesce in politica a risolvere i problemi…altrimenti ci sarà il diluvio.

Giovedì, 10 Ottobre, 2019 - 00:05