"Nessun medico può provocare la morte"
Gentile Direttore, noi Medici Cattolici Italiani (AMCI) rimaniamo sempre fedeli al Giuramento di Ippocrate che al terzo capoverso recita: "Non somministrero' ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale, né suggeriro' un tale consiglio". Il 25 Settembre la Corte Costituzionale ha ritenuto non punibile chiunque aiuta al suicidio chi sia determinato a togliersi la vita, a determinate condizioni. Ma per il medico non vi sono condizioni. Egli è tenuto a seguire senza deroghe i dettami del Codice Deontologico che tassativamente proibiscono al medico di procurare la morte.
La "mission" del medico (sia laico che credente) è quella di prendersi cura del malato che si affida a lui, di sollevarlo dalle sofferenze sia fisiche che psichiche ed accompagnarlo nel miglior modo possibile, senza accanimento terapeutico ma praticando la terapia del dolore, all'exitus. Adesso la Corte Suprema dice che dobbiamo, se la persona malata ce lo chiede, prescrivere un farmaco letale. La legge morale del medico, di tutti i medici, promuove la vita non la morte.
Dr. Antonio Palumbo, Vice Presidente Regionale AMCI Puglia
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