"Un restauro che vuole essere anche dialogo con la Città"
Alla presenza di monsignor Donato Negro, arcivescovo di Otranto, di Marcello Amante, sindaco di Galatina, di Raimondo Valente, presidente del Consiglio comunale, e la partecipazione di un folto pubblico, il 21 marzo alle ore 18, con orgoglio monsignor Aldo Santoro, rettore della chiesa di Maria SS.ma Addolorata ("è un modo concreto per dialogare con la Città e contribuire alla crescita e fruizione del nostro Centro antico") e Michele Forte, priore della arciconfraternita dei Sette Dolori della B. V. Maria, hanno presentato alla città il risultato dei restauri delle tele della “Via Crucis” e della statua lignea della “Madonna Addolorata”.
I quattordici dipinti, ad olio su tela di cm 50 x 42, che rappresentano la “Via Crucis”, collocati sulle pareti laterali interne della chiesa, sono di autore ignoto probabilmente di ambito locale nonché tutte risalenti alla stessa epoca di esecuzione, probabilmente, come sottolineato dall’ing. Giovanni Vincenti, in un arco temporale che va dal 1731, anno in cui papa Clemente XII ne permise l’esposizione all’interno delle chiese, al 1756 anno in cui risultano documentate come «piccoli quadri in tela appesi con ordine nelle due mura, che formano i lati opposti e maggiori» della nostra chiesa.
Mariaelena Buttazzo, autrice del loro restauro, ha illustrato l’intervento che è consistito nel rimuovere le tele dai vecchi telai, pulitura selettiva chimica e meccanica fronte/retro, velinatura, consolidamento su tavolo a bassa pressione dal retro tela e strati preparatori. Verniciature intermedie e finali. Tele non sono state rifoderate, ma hanno subito un intervento di striplining, ovvero foderatura dei bordi e rimontaggio su nuovi telai lignei ad espansione.
È stata Alessandra Muci, a presentare invece il complesso e lungo lavoro di restauro della statua lignea della “Madonna Addolorata”. Una statua di pioppo, policroma, alta un metro e ottantacinque centimetri, certamente di bottega napoletana. La “bella statua di legno della misura di un uomo, che rappresenta l’Addolorata” è databile tra il 1716 (anno di realizzazione dell’altare) e la prima metà del ‘700. Tuttavia l’impiego degli occhi vitrei utilizzati da pochissimi “maestri di legnami” per donare una più realistica espressione facciale, fa pensare, come ha sostenuto Vincenti nel suo intervento, che l‘autore della statua possa essere quel Giacomo Colombo che, attivo a Napoli tra il 1678 ed il 1731 (anno della sua morte), fu tra i maggiori esponenti dell’arte statuaria lignea di età barocca e che, è documentato, ampiamente utilizzò questa tecnica degli occhi vitrei sui volti delle sue statue.
L’intervento di restauro è consistito, come ha ampiamente relazionato la dottoressa Muci, in una diagnostica stratigrafica, trattamento antitarlo e una prima pulitura con rimozione, attraverso il bisturi, delle superfetazioni più grossolane, tranne per la ridipintura più antica a contatto diretto con l’originale. Sono state eseguite prove di saggiatura per ciascun colore per recuperare quello originale, recupero superficie pittorica originale, disinfestazione, rimozione delle ricostruzioni inidonee, consolidamento, ricostruzione piccoli frammenti mancanti, stuccatura, reintegrazione pittorica e verniciature intermedie e finali.
A conclusione della serata l’Arcivescovo, riprendendo e sottolineando un pensiero espresso in precedenza dal Rettore, ha ribadito la funzione delle opere d'arte come strumento per rafforzare la fede e ricondurre a Dio in un luogo di culto e preghiera come la Chiesa dell'Addolorata.
(foto di Salvatore Calso)
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