“La realtà è più importante dell’idea”
Giovedì 14 marzo alle ore 18: 30 nella sala “Mons. Pollio” della Chiesa di san Biagio a Galatina si svolgerà il terzo appuntamento del seminario intitolato: “L’ecumenismo si fa in quattro” costruito sulle quattro note indicate da papa Francesco nell’Evangelii Gaudium (nn.231-233) e riproposte anche nella sua enciclica “Laudato si”, sulla cura della casa comune (n. 201). · Il tempo è superiore allo spazio · l’unità prevale sul conflitto, · la realtà è più importante dell’idea, · il tutto è superiore alla parte. I temi sono svolti nella prospettiva ecumenica e il Seminario - realizzato in collaborazione con l’Ufficio Ecumenico dell'Arcidiocesi di Otranto -, è riconosciuto dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose Metropolitano di Lecce “Don Tonino Bello” – Facoltà teologica Pugliese. Il tema di questa serata: «La realtà è più importante dell’idea» è così presentato dal Papa: «Esiste anche una tensione bipolare tra l’idea e la realtà. La realtà semplicemente è, l’idea si elabora. Tra le due si deve instaurare un dialogo costante, evitando che l’idea finisca per separarsi dalla realtà.». Il papa ci invita ad avere un atteggiamento realista di fronte alla realtà, i sogni, i grandi ideali sono importanti ed è bene coltivarli, ma diversa è la realtà alla quale ognuno è chiamato a riferirsi. L’idea è luminosa, affascinante ma il rischio che si corre è confondere l’ideale con la realtà, assuefarsi all’idea per poi farla convivere passivamente con la propria vita ordinaria, da qui lo sviluppo di una certa pigrizia a ricercare la verità, perché vivere nel sogno può essere più piacevole del risveglio. Già Platone affermava: «la città sarà governata da voi e da noi, in stato di veglia e non di sogno»[1]. Ciò come monito a non esasperare l’ideale a scapito di quelle condizioni economiche e sociali necessarie ad una società giusta e dove i cittadini possono vivere dignitosamente la propria vita. Nondimeno in campo ecumenico molti hanno coltivato il sogno di una Chiesa unita, ma non si può sognare e basta! Occorre chiedersi che tipo di ecumenismo oggi siamo chiamati a svolgere. Il dialogo, se vuol essere veramente ecumenico non può più limitarsi al confronto su tematiche dottrinali - pur doverose - ma deve affrontare sfide culturali e sociali diverse. Oggi la nostra società è caratterizzata dalla laicità e dalla secolarità, siamo perciò, come Chiese, chiamati a camminare insieme per affrontare il dialogo con la cultura contemporanea. Cosa significa allora camminare insieme se siamo divisi? «Camminare insieme rimane sempre l’elemento garante di una comunità costituita e vivificata dallo Spirito del Risorto (Mt 18,20). Nella Chiesa non si cammina mai da soli, così come non si cambia mai da soli.»[2].Pertanto la sinodalità è di grande rilevanza per il movimento ecumenico. «La sinodalità inoltre è al cuore dell’impegno ecumenico dei cristiani: perché rappresenta un invito a camminare insieme sulla via verso la piena comunione e perché offre – correttamente intesa – una comprensione e un’esperienza della Chiesa in cui possono trovare posto le legittime diversità nella logica di un reciproco scambio di doni alla luce della verità»[3]. Dopo il saluto di don Pietro Mele direttore dell’Ufficio ecumenico dell’Arcidiocesi di Otranto relazionerà sul tema Mons. Angelo Romita Segretario Regionale della Commissione Permanente per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso.
[1] Platone, La Repubblica, Libro VII [2] D. Negro, Cade il velo di separazione prassi spirituale per il discernimento comunitario, Lettera pastorale, Ed. Salentina, Otranto 2018 p.23 [3] Commissione Teologica Internazionale, La sinodalità nella vita e nella missione della Chiesa, 2 marzo 2018
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