Un progetto pilota per combattere la crisi agrumicola
Contro la crisi agrumicola parte il progetto pilota di filiera tra Coldiretti e la Lome Super Fruit, il brand di Masseria Fruttirossi di Castellaneta, per trasformare in succhi di frutta 100% di arance e clementine, anche IGP, dell'arco jonico. "E' un progetto di filiera che mira a salvaguardare la produzione agrumicola della provincia di Taranto e a dare respiro ad un mercato che nell’ultima campagna non è mai decollato. Da novembre abbiamo lanciato un grido d'allarme alla politica, rimasto inascoltato. Mentre sono ridotti ai minimi storici i prezzi degli agrumi tarantini che hanno difficoltà a trovare mercato, negli ultimi anni sono cresciuti gli approvvigionamenti diretti dell’Italia da Africa e Sud America e in soli 2 mesi il Marocco ha esportato in Italia 170mila tonnellate di clementine per non parlare delle triangolazioni che avvengono attraverso la Spagna, per far diventare il prodotto comunitario”, dice il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia. Coldiretti ha chiesto una stretta sui controlli degli agrumi importati dall’estero che invadono il mercato interno e avvio di controlli a tappeto anche nei mercati generali per assicurarsi che sulle etichette sai indicata chiaramente l’origine del prodotto, oltre ad accordi con la Grande Distribuzione Organizzata per la commercializzazione di 100.000 quintali di agrumi e stanziamento delle risorse per il risarcimento dei danni subiti dai produttori e dai vivaisti in caso di obbligo di espianti. "Per questa campagna si tratta di una area test - riferisce il patron di Masseria Fruttirossi, Michele De Lisi - che servirà appunto a testare il progetto di filiera e quando l'anno prossimo l'impianto entrerà a pieno regime saremo in grado di trasformare in succhi quantitativi decisamente consistenti di agrumi della nostra terra. Con la pastorizzazione a freddo riusciamo a mantenere inalterate le caratteristiche organolettiche e nutrizionali degli agrumi, soprattutto della Vitamina C, che è termolabile e con il processo di pastorizzazione a freddo non subisce alcuna alterazione. L’assenza dell’impiego di processi termici preserva la naturale freschezza del prodotto che anche a distanza di giorni ha le caratteristiche di una spremuta di agrumi appena fatta". Coldiretti Puglia ha chiesto, tra l’altro, un ordine del giorno del Consiglio regionale che impegni il Governo regionale ad adottare tutte le iniziative utili a sostenere il comparto agrumicolo. “Abbiamo bisogno che venga scritto e adottato un Piano agrumicolo regionale – insiste il presidente di Coldiretti Taranto, Alfonso Cavallo - che preveda il sostegno per nuovi impianti e una rigenerazione del patrimonio agrumicolo in provincia di Taranto”. Gli agricoltori dell’area jonica possono esportare agrumi con foglia sui mercati comunitari - precisa Coldiretti Puglia - solo se accompagnati da passaporto delle piante, poiché il virus si trasmette attraverso la parte vegetale e non attraverso i frutti. “Le regole non valgono evidentemente – aggiunge Cavallo - per gli altri Paesi comunitari ed extracomunitari. Non dobbiamo trascurare i gravi danni a carico di agricoltori, cooperative e vivaisti che sono inermi di fronte agli attacchi della virosi, una volta che si trasmette perché vengono importate piante infette o prodotti con le foglie infette. Una volta colpite dalla malattia, le piante sono destinate a morire nell'arco di qualche anno. Uno degli aspetti più deleteri è che la virosi non si manifesta subito, ma ha un lungo periodo di incubazione. Quando insorgono i sintomi è troppo tardi e con buona probabilità l'agrumeto risulta ormai compromesso”. Il dossier sulla crisi agrumicola già presentato a novembre alla Provincia di Taranto, con una lunga lettera è stato inviato a gennaio da Coldiretti Puglia ai presidenti del Consiglio regionale Loizzo e della Giunta Emiliano “perché sono troppe le insidie tra importazioni selvagge, crollo dei prezzi, rischi ambientali che le imprese agricole joniche stanno subendo quotidianamente – dice il dossier - un trend drammatico che ha effetti pesanti sul piano economico e occupazionale per le imprese agricole, ma anche dal punto di vista ambientale e per la salute dei consumatori, su cui è necessario intervenire con misure di trasparenza per promuovere i consumi sul mercato interno e favorire le esportazioni”. Le imprese agricole che si dedicano alla produzione di agrumi in provincia di Taranto sono 1.041, il 9% del totale dell’imprenditoria agroalimentare jonica, con una produzione di clementine, arance e mandarini di 1,9 milioni di quintali, un patrimonio da valorizzare attraverso un piano straordinario agrumicolo ed un sostegno al reddito.
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