Un incontro sulle conseguenze del decreto su immigrazione e sicurezza
L'approvazione del decreto su immigrazione e sicurezza, che ha ottenuto il via libera lo scorso 4 ottobre con la firma del presidente Mattarella, presenta numerosi punti critici che anziché governare il fenomeno migratorio e garantire "sicurezza", mettono a rischio l'efficacia stessa del sistema di accoglienza in Italia. Per approfondire i contenuti della riforma in materia e capire insieme le conseguenze di un'eventuale approvazione definitiva, oggi al vaglio del Parlamento, il Coordinamento degli enti gestori Sprar della provincia di Lecce (Associazione Philos, G.U.S., Cooperativa Rinascita e Arci Lecce) organizza un incontro aperto al pubblico e a tutti gli organi di informazione per mercoledì 24 ottobre, ore 10.00, presso l'Hotel President di Lecce.
In questo momento ogni occasione di sensibilizzazione e mobilitazione è necessaria perché il decreto è destinato a produrre irregolarità e nuove marginalità, oltre a importanti ricadute economico-sociali sul territorio. All'incontro prenderanno parte: Antonio Ciniero (docente Sociologia delle migrazioni Università del Salento), Guglielmo Forges Davanzati (docente Storia dell'analisi economica Università del Salento), Marco D'Antonio (avvocato diritto immigrazione e asilo), Dario Belluccio (avvocato Asgi - Associazione Studi Giuridici Immigrazione), Maria Assunta De Vito (Associazione Philos), Andrea Pignataro (G.U.S. Lecce), Antonio Palma (Cooperativa Sociale Rinascita), Anna Caputo (Arci Lecce), Valentina Fragrassi (Cgil Lecce).
Saranno inoltre presenti i Sindaci degli enti locali in cui sono attivi i progetti Sprar in provincia di Lecce (fra cui Galatina). Il testo contenuto nel decreto lancia un campanello d'allarme in tema di libertà individuali, oltre a presentare molti profili di violazione della Costituzione, della normativa europea e internazionale, e non giustifica in alcun modo la formula di necessità e urgenza proposta tramite decreto. La sua approvazione pone in essere una sostanziale e profonda variazione di quello che è l’attuale sistema di rilascio dei permessi di accoglienza e del sistema stesso di accoglienza in Italia, che al contrario dell'immaginario collettivo è invece ben strutturato e organizzato. Tanti i punti critici del decreto in tema di immigrazione, come l’abolizione della protezione umanitaria che negherebbe un diritto inderogabile sancito dalla nostra Costituzione a tutte le vittime di tratta, tortura, migranti con disabilità, neo maggiorenni senza famiglia; il ridimensionamento del sistema di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati a favore di un’accoglienza privata gestita nei grandi centri nei quali non si darebbero servizi ma solo vitto e alloggio; il trattenimento per trenta giorni dei richiedenti asilo nei cosiddetti hotspot e l’estensione del periodo di detenzione degli irregolari nei Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr). Il sistema Sprar garantisce percorsi di legalità e inclusione che diventano una vera garanzia di sicurezza per la nostra comunità, perché migranti sostenuti nei progetti di integrazione diventano poi cittadini in grado di dare un forte contributo al nostro Paese. Un lavoro nel campo dell'accoglienza che richiede una professionalità che noi tutti Enti Gestori dei progetti Sprar rivendichiamo con orgoglio.
L’accoglienza non si improvvisa ma si crea formandosi quotidianamente; non è un caso che i migliori progetti siano gestiti da chi da sempre si interessa e lavora nei settori della cultura, della solidarietà, del disagio sociale. Non possiamo non pensare al grande apporto che i rifugiati ben integrati e formati dalle procedure Sprar hanno portato nel nostro territorio, alle classi che sono rimaste aperte grazie ai bambini rifugiati, al lavoro in cui sono impegnati, ai servizi che sono in essere per la loro presenza e al grande supporto economico che questi progetti danno ai territori ospitanti, perché tutto il finanziamento rimane nel luogo dove si fa accoglienza per i servizi in atto (alimenti, affitti, vestiario, utenze, manutenzioni, corsi di formazione, pulizie, spese mediche e sanitarie, laboratori, acquisti vari) e il grande valore aggiunto dei posti di lavoro creati. Alla luce di come è stato strutturato il decreto che impedisce ai richiedenti asilo, così come alle categorie speciali, di rientrare nei sistemi Sprar, si avrebbe un restringimento totale del numero di progetti con conseguente caduta dei livelli occupazionali a favore dei grandi centri che rappresenterebbero soltanto "bombe" sociali difficili da gestire. Solo in provincia di Lecce parliamo di più di 1000 persone occupate, per lo più laureate, giovani che hanno investito il loro futuro, ma anche professionisti che avevano perso il lavoro. Una direzione negativa confermata anche in materia di sicurezza, a partire dall’estensione dell’uso delle armi elettriche, i taser, ai corpi di polizia locale nelle città con più di centomila abitanti, passando per l'aumento di pene per reati collegati alle proteste sociali e a forme di resistenza sociale, fino al piano nazionale sgomberi. Vogliamo fare luce tutti insieme sui pericoli della riforma e sulle conseguenze che l'approvazione in via definitiva del decreto porterebbe nell'intero tessuto economico-sociale del nostro territorio.
Coordinamento Enti Gestori Sprar (Associazione Philos, G.U.S., Arci Lecce, Cooperativa Rinascita)
Tweet |