L'Olimpia SBV Galatina rimane in serie B
Non era solo la BCC Leverano a scendere sul parquet del PalaPanico, sabato scorso, decisa a definire la formalità OLIMPIA S.B.V. e a consolidare la posizione di vertice. Dall’altra parte della rete vi era il gruppo di atleti di casa, pieno di speranze e di paure, votato però a ribaltare, se possibile, un pronostico sfavorevole o quanto meno raggranellare il minimo sindacale.
Spirava sulle gradinate un sentimento di speranza dei tifosi e dei dirigenti di una società che, partita con un passo falso ma non con insipienza tecnica, ha raddrizzato parzialmente la barra, alimentando le possibilità fino all’ultima gara.
E poi vi erano le cassandre, presenti o malcelate sulla tribuna, la cui preveggenza pendeva inesorabilmente in modo negativo per gli atleti di mister Stomeo , auspicando loro la disfatta sportiva.
Le variabili in gioco nella formula delle combinazioni che si potevano verificare sui tre campi di Potenza, Bari e Galatina , lasciavano percentuali non certo incoraggianti ai tifosi bianco-blu-celesti.
Solo una netta vittoria da tre punti contro il gruppo capitanato da capitan Orefice poteva assicurare l’acquisizione certa dell’undicesimo posto e quindi la permanenza nella terza serie nazionale: oppure, una sconfitta secca di Ostuni e Castellana rispettivamente a Potenza e a Bari.
Nessun elemento poteva giocare a favore dei galatinesi, se non una gara perfetta che avrebbe reso vani gli eventuali exploit dei diretti avversari: ma se il cuore e l’ardimento dei padroni di casa era innegabile, altrettanto non si poteva pensare a un’arrendevolezza dei leveranesi , votati ad una vittoria netta per non concedere opportunità di vantaggi al Lamezia nello scontro diretto per i play off.
La concomitanza di svolgimento delle gare, prevista dai regolamenti federali nello stesso giorno ed orario ,non dava vantaggi di alcun genere a nessuno ed allora , con il punto d’onore che da dicembre si riconosce al gruppo capitanato da Guarini , l’Olimpia SBV ha conquistato il primo set per 25 a 18, resistendo fino al 23 punto nel secondo, per poi crollare sfiduciata nel terzo e quarto.
Le frammentarie notizie che giungevano dai campi di Bari e Potenza tenevano in tensione i tifosi che non abbandonavano il PalaPanico aspettando i risultati ufficiali.
La gara che poteva valere una stagione ,o meglio la permanenza o la retrocessione, si giocava al PalaPergola dove l’Orthogea Ostuni aveva strappato il secondo set al Potenza che in vantaggio di due set ad uno veniva impegnato allo spasimo, riuscendo a prevalere ai vantaggi (29-27) e ad incamerare il bottino pieno.
L’urlo dei tifosi, dirigenti ed atleti scioglieva in vari modi liberatori la tensione che ha attanagliato tutto l’ambiente per buona parte del campionato, lasciando sfogo a personalissime rivalse verbali.
Se qualcuno pensava di scommettere, anche un solo centesimo, sulla salvezza di questa squadra che al termine del girone di andata aveva un solo punto, nessuno lo avrebbe fatto anche trattandosi di una così esigua puntata.
Lo scoramento aveva attanagliato anche il gruppo: i soli a tirare avanti caparbiamente sono stati i dirigenti e i tecnici nonostante diversità di vedute su alcune situazioni che sono state “lavate “in casa . Il lavoro su cui si è concentrato Giovanni Stomeo e il fido Antonio Bray è stato quello di recuperare stimoli e motivazioni soprattutto in Santo Buracci , che sembrava essersi sfiduciato.
L’arrivo di Lentini ha ricompattato tutta la rosa: Buracci si è appropriato dell’autostima che inconsciamente aveva smarrito, trovando nel laterale siciliano una condivisione del peso delle responsabilità e del fronte d’attacco.
D’altra parte fare un girone di ritorno mettendo in carniere 18 punti vorrà pur dire qualcosa.
Capitan Guarini è stato un continuo stimolo per tutti sia pure con quell’eccesso adrenalinico che qualche volta ha colorato di giallo -rosso(cartellini) le sue esibizioni . Petrosino e Corsetti si sono alternati nel ricoprire il ruolo di posto quattro con contributi positivi risolvendo personalmente alcune situazioni intricate; Iaccarino ha fatto della continuità la sua dote migliore e Muccione ha fatto gli straordinari nella distribuzione sapendo di avere alle spalle pronto, in qualsiasi momento un Ciccio Calò in piena efficienza.
In difesa ha giganteggiato un Pierri straordinario coadiuvato da un Apollonio sempre all’altezza. Un discorso a parte meritano le seconde linee Tundo, Rossetti e Persichino che non hanno mai allentato la tensione agonistica, mettendosi sempre in gioco e dando certezze a mister Stomeo.
Un lavoro oscuro che poi si traduce in schemi e letture degli avversari è quello dello scout man Vitellio e dell’assistente Antonio Bray. Portare a conoscenza del gruppo il ventaglio delle modalità di attacco e di difesa, la prolificità o meno degli atleti avversari nelle sei rotazioni , richiede uno studio approfondito e competenze didattiche.
L’impegno e la professionalità profuse dal medico sociale Fernando Vernaleone e dall’osteopata Marco De Matteis (auguri per la nascita della seconda erede) hanno tenuto sotto il livello di guardia i malanni fisici degli atleti , che sono ricorsi alle loro cure non abbandonandosi, anche nei momenti più duri, allo sconforto.
Una nota di merito va al presidente Santoro e al gruppo dirigente. Quando tutto sembrava andasse a fondo e si paventava un fuggi fuggi generale , lui è stato il collante tra tecnici , giocatori ed elementi del direttivo pronti a prendere drastiche anche se inutili decisioni.
L’aver confermato tutti gli atleti fino al termine della stagione, qualunque fosse stato l’andamento delle gare, ha moderato i picchi di ansia e d’irrequietezza ai vari livelli ed ha chiesto solo cuore e passione a tutti, tifosi compresi.
Il resto è storia per questo campionato 2017-2018.
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