"Quell'intempestiva vigilessa videocamera"

Don Salvatore Bello, dopo aver ricevute nove multe, va all'attacco della ditta che gestisce il sistema di videosorveglianza della ZTL e si rivolge al Sindaco, in poesia e in prosa, affinché intervenga al più presto

Le video camere dei varchi che introducono nella Zona a Traffico Limitato stanno facendo molte vittime. Don Salvatore Bello, parroco emerito di San Biagio, ha collezionato ben nove multe (“tutte regolarmente pagate”) ma non ci sta a fare la vittima inerte di quella che a lui appare come “una vera e propria ingiustizia”, soprattutto per il fatto che “le infrazioni non vengono contestate in tempi stretti in modo da consentire al malcapitato di non ripetere l’errore ma addirittura dopo mesi”.
Don Salvatore, allora, uomo tecnologico da sempre, ha acceso il il pc e, sul suo sito galatinatu.it, ha scritto una poesia ed una filippica che qui riportiamo.
Ha chiesto spiegazioni anche a Nico Mauro, assessore alla Polizia Locale, il quale si è rifugiato dietro le "norme tutte rispettate” ma don Salvatore non demorde e chiede che “i più deboli vengano difesi (una signora ha ricevuto trenta multe)" intervenendo presso la ditta esattrice ed imponendole la contestazione rapida delle violazioni. “Se un Sindaco vuole può imporsi!”.
Come risponderà Marcello Amante al sacerdote-poeta? Il silenzio, in casi come questo, non è d’oro. (d.v.)

Un monumento alla vigilessa videocamera in attesa dei vigili robot
di don Salvatore Bello
I versi, un po' giocosi un po' impertinenti (vedi sotto), tradiscono una visione approssimativa quasi romantica della vita civile e istituzionale, proiettata invece com'è verso una sua evidente spersonalizzazione e tecnicizzazione. D'una cosa tuttavia "mi vergogno" come cittadino, d'avermi da solo procurato all'età di 82, ben 6 multe in due mesi (400 euro in totale, la mia pensione sociale): o qualcosa in me non va giusto, o nell'aria qualcos'altro è mutato. Detto questo, provo un'altra..."vergogna": che il mio Comune, da me non disastrato economicamente, ponga riparo con metodi che affettuosamente chiamo "rapineschi": non 20 euro, e sia!, ma ben settanta sino a 100 per multa, 3 in p.zza S. Pietro grande e spaziosa, 2 in via Siciliani, 1 in via Corigliano in un caos di auto in sosta la mia compresa, e in scorrimento da ambo i lati coi bambini che entrano a scuola; tutte e 6 senza contestazione "de visu", neppure l'ultima col piccolo in auto che ne usciva, quasi a dirmi 'ti becco a distanza, ti conosco, ho già il numero della tua targa'. Quanto ai 20 euro mi si dirà che sarebbero pochi e ben sopportati, e non distoglierebbero dal contravvenire; rispondo che anche 20 euro ai comuni cittadini pesano, ma li possono pagare, una volta, ma 6 volte!!! E poi comunque non si fa...maldestro "strozzinaggio" per omissioni la cui gravità è tutta da provare.
Ne ho pagate già quattro. Il mio ragazzo Marco aspetterà non poco prima di avere la pizza. Avrei potuto far ricorso...al giudice di pace, per più multe lo stesso giorno, e per 1 che giudico irragionevole e forse un po' vendicativa... Ma tanto, quasi un robot, il vigile addetto srotola, stampa e manda - guardate un po' - a Bologna? Possibile? Il mio volto arriva fin là? Vorrei sbagliarmi, ditemelo.
400 euro, amici cari, si cerca di correggere, di punire, e di "rapinare" legalmente, togliendoti quel po' di denaro della pensione, che lo Stato ti dà. Ma la cosa più incivile è che manca il confronto umano, abbiamo dei rappresentanti a tutti i livelli con la fascia mentale di traverso, che sfruttano il momento labile dei loro sudditi, per sfruttarne insieme le, più labili, risorse.
Se io avessi avuto seduta stante la contestazione del vigile, non sarei ricaduto, per sola inavvertenza e per miei stati d'animo, altre cinque volte.
ATTENZIONE: i pagamenti sanzionatori me li hanno comunicati tutti insieme dopo mesi, per accrescere il malloppo? Ingiusto questo, cari sindaci e commissari. Devo poter pagare e saldare entro 5 giorni dalla data dell'infrazione o al limite della immediata contestazione, e non dalla consegna dell'imposizione di pagamento da parte dell'ufficio postale di Galatina o di chiunque ne abbia il compito fosse anche (inaudito!) Bologna. E non appelliamoci alle leggi dello Stato. Il quale non dice che voi amministratori siete obbligati a usare le videocamere in città, e poi quando a voi garba inviarmi le carte per i pagamenti, senz'alcun preavviso contestatorio. Non sono i cittadini al servizio della cosa pubblica, ma viceversa, e devono essere serviti nei tempi giusti, e nei modi onesti, anche questa è trasparenza, legge o non legge. L'immediatezza della contestazione dell'infrazione almeno aiuta ad evitare ed a capire, e non quando il multato non ricorda più l'andamento delle cose. Ma si sa, la burocrazia è essa il vostro potere, lo dico anche al vigile che ha risposto ad una onesta cittadina: "La legge ci dà novanta giorni per visionare i reati, e poi comunicare il pagamento"; se ciò è vero, questo cosa significa, che tu non puoi fare il tuo dovere in sette giorni?, o addirittura il giorno feriale dopo il festivo? E se lo fai, contesta subito l'infrazione, e invia i moduli di pagamento, tanto hai tutto prestampato, per ogni tipo di infrazione. Questa è la civiltà del servizio al cittadino, preso invece di mira da tutte le parti. Quanto più la tecnologia aiuta e conforta, tanto più chi la usa, abusa del suo potere e legifera non per alleviare la vita delle famiglie, ma per asfissiarla. Vi servite di aziende affamatorie lontane mille miglia, mentre potreste impiantare sul posto coi giovani laureati in varie branche, un servizio di ripresa, visionatura e comunicazione in tempi ragionevoli. Ma non volete responsabilità, e vi affdate alle Colleco o alle Valleco o cosa del genere, lasciando che i vostri figli se ne vadano lontano, in cerca di un posto di lavoro.


Semplice ma chiaro e trasparente
il metodo utilizzato a castigare,
registrando, i costumi non corretti:
ti metto una videocamera di fronte
su un agile paletto su su impalata;
e tu che fai? Stando in auto guardi
e cerchi di leggere, se riesci non riesci,
per quali giorni ed ore, ma ti basti
il cerchio rosso col led attivo-non attivo,
il resto illeggibile vale per la legge.
La telecamera ti filma e gli avventori
del bar accanto ti compiangono e fan segni
che, ignorante come sei, tu non comprendi
che la domenica in sostanza non si passa,
ma tu lo fai "ed io t'appioppo
una multa salatella, la mia tassa".
La videocamera gongola ed attende
il prossimo gonzo inscio impaziente,
c’è sempre qualcuno che non guarda:
anziano o soprappensiero, in un frangente.
La domenica si va a piedi a Messa,
pioggia o grandine, sole o non sole,
è festa e riposa la fine Vigilessa
che col sorriso e un gesto feriale
ti indica il segnaletico cartello
a farti evitare l'ammenda e la cambiale!
Or che il moderno ritrovato
fa mostra del progresso in atto,
il povero multato genitore
che non può conciliare né spiegare,
non dà, nel mese, la paghetta al figlio
per risparmiare e poter saldare.
Capite allora la videocamera a che serve?,
a distogliere dal contravvenire, e pure
a salassare con tutta incoscienza
il tapino indeciso, ansioso e perso
davanti ai ritrovati della scienza.
Finché - a supplire in e per tutto
le guardie comunali e i videoverbali -
non compaiano i bravi robottini,
li vedremo agli incroci, alle scuole,
al mercato e alle porte delle chiese,
dicono che il Sindaco ha prenotato
una cinquantina ad un’azienda a Prato,
avranno in serbo persino il caffè
da offrirti dopo avere conciliato.
Raggiunta infatti la perfetta automazione
si tornerà alla conciliazione
e, in piazza san Pietro, a vendere e acquistare
i polli ruspanti, le uova e le "caddare",
le chiocce coi pulcini, i fiaschi e il miero
per il gusto di riassaporare
il tempo delle foto in bianco e nero.
dsb

Martedì, 2 Gennaio, 2018 - 00:07

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