Assolto galatinese dall'accusa di spaccio di eroina
Gli agenti della Polizia di Stato avevano fermato Marco (nome di fantasia), cinquantaduenne galatinese, il 21 ottobre dello scorso anno sulla tangenziale est di Lecce. Gli avevano trovato addosso 15,265 grammi di eroina (da cui secondo il perito si possono ricavare 47,5 dosi) e lo avevano accusato di essere uno spacciatore. Alcide Maritati, Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Lecce, ha, giovedì scorso, dichiarato il “non luogo a procedere nei suoi confronti”.
“Dalle certificazioni prodotte dal difensore dell’imputato (avvocato Carlo Gervasi, ndr) –si legge nella sentenza- emerge che quest’ultimo è persona conosciuta al SERT in quanto tossicodipendente, almeno sin dal 2011, e che è in cura presso la medesima struttura (circostanza attestata dal deposito delle ricevute di consegna del metadone).”
In pratica si desume da ciò che ha scritto il giudice non c’è la prova certa che l’uomo volesse spacciare l’eroina quanto piuttosto che la possedesse per uso personale.
Infatti si legge nella sentenza: “nessun altro ulteriore elemento (…) emerge, poi, dagli atti atteso che peraltro la droga era detenuta non suddivisa in singole dosi (ma al contrario in quattro involucri sigillati di quantitativo superiore alla singola dose al consumo) e non sono stati rinvenuti altri oggetti o danaro che possano portare anche solo a sospettare un uso differente da quello personale”.
È probabile afferma il giudice Maritati che Marco avesse voluto preocostituirsi “una scorta per un periodo peraltro breve (tenuto conto della tossicodipendenza dichiarata risalente ad oltre trenta anni)”.
L’avvocato Gervasi ha messo insieme tutti questi elementi ed, invocando i più recenti orientamenti in materia della Corte di Cassazione, è riuscito ad ottenere che non si procedesse nei confronti del suo assistito. L’eroina è stata comunque confiscata e verrà distrutta.
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