“Carnefici” di Pino Aprile
“Chi pensa che la verità divida il paese si sbaglia. A dividere è la menzogna”. Pino Aprile, il giornalista “meridionalista” più seguito in Italia, risponde così alle critiche e alle contestazioni di alcuni storici sui contenuti dei suo ultimo libro “Carnefici”, il racconto del “genocidio perpetrato dai piemontesi nel processo di unificazione dell’Italia”. Sul palco di Bari di Panorama d’Italia, intervistato dal direttore di Panorama Giorgio Mulè, Pino Aprile spiega le ragioni che lo hanno spinto a indagare su fatti antichi, fino ad ora mai svelati: “La questione meridionale, la marginalizzazione, l’esclusione di una parte del territorio nasce in quegli anni. Gli eroi della patria, così come li abbiamo studiati a scuola, non esistono. Hanno compiuto atrocità. E io ho trovato le prove”. Un lavoro durato 5 anni, basato su una ricerca approfondita di dati mai connessi tra loro finora: “in base all’incrocio dei risultati dei censimenti, disposti dai Savoia nel 1861 e nel 1871 e dei dati delle anagrafi borboniche, sono scomparse centinaia di migliaia di persone, 120 mila in un solo anno”. Come è possibile? Aprile non ha dubbi: “Sono morti, vittime di una ferocia inaudita che ho riscontrato in molti documenti”.
Il brivido freddo che questa ricostruzione lascia su un’epoca oscura della storia d’Italia – nel 1880 i Savoia decisero, secondo Aprile, di distruggere tutti gli archivi – non deve far ombra a quanto di buono accade oggi, in Puglia come in tutto il Sud.
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