"Dalla testa imputridisce il pesce"

Considerazioni sui ballottaggi

Uno svilimento pesante e pericoloso, a mio modo di vedere, è in serie sulla scena politica delle città in cui si voterà, tra gruppi in competizione, nell’affrontare il prossimo ballottaggio. Cosa questa poco responsabile se si considera che la deputazione in Consiglio comunale rappresenta l’interezza dei cittadini, almeno sulla carta, e simboleggia la più alta riproduzione democratica con un potere di decisione e di mediazione.
Invece, al momento, sembra prevalere un ruolo di comparse ingarbugliate che si aggirano stanche, interessate e catturate da manovre esterne accompagnate dal prepotente volere di pochi personaggi che mortificano gruppi di eletti e non eletti. In questa cornice si aggiunge un vuoto politico degli smunti partiti ridotti a fortini di pochissimi autocrati che si muovono a piacimento, mentre rimangono mute ed assenti le collegialità degli organi statutari e viene mortificata la loro essenzialità mediatrice in altri tempi sorretta da aperti dibattiti e dal pensatoio di documenti ufficiali.
Perché? Si pensa forse solo alla futura poltrona da occupare pur avendone titolo, meriti e competenze? Oppure i comportamenti sono ispirati dall’esigenza di attuare il bene comune?
Ciò che potrebbe creare qualche dubbio è la scelta degli assessori da parte del futuro sindaco, ma anche il pensiero rivolto al cosiddetto “spoil system” (“sistema delle spoglie”)  spettante, politicamente, al vincitore attraverso un meccanismo che si adatta ai governi, derivati dall’elezione maggioritaria.
In pratica, chi vince chiama – anche con laute prebende – collaboratori di sua fiducia e si libera di personaggi scelti dalla sconfitta maggioranza precedente. Avviene, in definitiva, un vasto rimescolamento con investiture e congedi di alcuni notabili. Può sembrare che questo sistema, a prima vista, appaia logico e funzionale alle maggioranze governanti, desiderose di avere al proprio servizio persone predisposte ai propri programmi e ancor più di frequente alle loro voglie personali ma in tal modo dominano, invece, commistioni e, in alcuni casi, servilismi sciocchi. Se così fosse allora sarebbe in atto un modo di recitare male la democrazia per cui viene da domandarsi: in tale scenario confuso, come reagirà la gente comune e minuta?                                                            
Vale, senza dubbio, l’antico proverbio che dalla testa imputridisce il pesce e non solo. Bisognerebbe allora spezzare questo circuito perverso dei seminatori di paure e di instabilità con un impegno pubblico degli uomini liberi teso ad arginare questi assalti alle libertà individuali.

 

Mercoledì, 21 Giugno, 2017 - 00:04