Una stretta di mano da donna a donna
Ogni anno, in occasione dell'8 marzo, si assiste alla diatriba fra conformisti-consumisti (coloro che non conoscono l'accadimento che ha portato al ricordo di questa data e che non lottano contro il consumismo) e anticonformisti (che difendono il ricordo di quell'olocausto e si schierano contro questa "festa del consumismo").
Purtroppo ciò che è successo nel passato non si può cambiare, ma lo possiamo assumere nel nostro bagaglio culturale come ricordo, come omaggio, come monito, portando nel cuore quelle donne e il loro sacrificio. Tanto meno il consumismo può essere cancellato semplicemente parlandone. Ormai ci sarebbe bisogno solo di una svolta epocale e non è semplicemente cancellando la Festa della Donna o la Festa degli innamorati che miglioreranno le cose. Ilproblema è molto più complesso.
Personalmente ho una mia filosofia di vita: poiché le sofferenze arrivano e le DEVI abbracciare pur non volendo, DECIDO IO di gioire di tutto il tempo dedicato alle varie feste, soprattutto se mi danno la possibilità di trascorrere qualche ora con amiche e amici e di affrontare e approfondire alcuni temi delicati. Perché no!?!
Detto ciò, voglio omaggiare le Donne, da donna a donna, con una stretta di mano, con un abbraccio simbolico che possa far riflettere e allargare l'orizzonte. Un omaggio tratto dal libro "mio figlio mi adora" della psicanalista e psicoterapeuta Laura Pigozzi:
"Il diventare donna, per ognuna, è una scommessa senza garanzie e, soprattutto, è un percorso solitario e individuale, perché non esiste qualcosa che si possa definire identità femminile. La femminili
tà è un enigma, anche per una donna. Piuttosto che identico, il femminile é plurivoco. Ogni donna modella la sua femminilità singolarmente, cogliendo inconsciamente tratti della diverse donne che incontra nella vita e assumendoli a suo modo, in un puzzle poliedrico, contraddittorio e a volte perturbante perché, nell'edificazione del femminile, c'é un resto che permane ambiguo e inesprimibile. Ogni donna fa la sua traversata in solitaria e questo non è molto confortevole. Dunque non stupisce che parecchie donne siano tentate di riconoscersi sotto l'identità forte della madre, senza co.prendere la differenza inconscia tra le due posizioni. Diventare donna é una fatica che alcune cercano di scansare con un' identità pronta, funzionale, potente, che beneficia del plauso sociale, mentre sappiamo che il discorso comune é particolarmente infido verso la plurivalenza del femminile. Fare un figlio non solleva una donna dal lavoro infinito che il femminile richiede. L'identità non è, per una donna, una buona alleata, ma una simulazione che ne soffoca la ricchezza. L'identità é parente dell'UNO, mentre si può diventare donna solo in modo plurivoco, in modo Altro."
Tanti auguri Donna!
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