Assordante silenzio
Per la prima volta da quando esiste (1954) l’impianto è stato fermato non per manutenzione ma per mancanza di vendite. Lo stabilimento Colacem di Galatina (nato Fedelcementi) per oltre sessanta anni ha macinato argilla e calcare e li ha trasformati in cemento. Due generazioni di galatinesi e salentini hanno varcato ogni giorno i cancelli di quella fabbrica. La terza vi si stava affacciando quando la crisi, non solo l’ha bloccata sulla soglia ma ha anche gettato nell’angoscia i cinquantenni e i sessantenni che pensavano di avere trovato in quell’azienda un posto di lavoro “sicuro”.
Lo spettro della Cassa Integrazione, prima del 9 gennaio 2017, non aveva mai turbato i sonni dei dipendenti del cementificio di via Corigliano e di quelli di tutte le ditte dell’indotto. Sono almeno trecento le persone colpite, direttamente o indirettamente, dalle drastiche “ma necessarie” decisioni della direzione eugubina.
Questo fatto che può essere definito storico accade proprio quando Galatina non ha una guida politica ma è amministrata da un Commissario Straordinario. A Palazzo Orsini siede Guido Aprea, Viceprefetto vicario di Lecce, in sostanza il dirigente più alto in grado dopo il Prefetto Claudio Palomba, rappresentante del Governo Italiano.
Mentre a Galatina cambia la storia e viene assestato un durissimo colpo all’economia cittadina che cosa fanno i politici nostrani? Tacciono. Semplicemente non aprono bocca.
Tutti quelli che, per decenni, se la sono riempita di “cemento” ed hanno fondato le loro fortune o sfortune politiche proprio su quella fabbrica di polvere grigia, ora sono diventati afasici.
Chi ritiene di dover, quasi ogni giorno, diffondere comunicati stampa a iosa pur di far conoscere il suo pensiero sul “nulla” tace su questa vicenda dando quasi l’impressione di nascondersi.
Gli esponenti di tutti i partiti cittadini (anche quelli di rango provinciale e regionale), sono talmente impegnati nella ricerca dei candidati più adatti alla riconquista dell’ex Ospedale di Maria D’Enghien che non si accorgono di quanto accade nel territorio che pretenderebbero di amministrare.
Chi scrive potrebbe essere accusato di “conflitto di interessi” (e non si nasconde!) ma invita tutte le mammolette e i sepolcri imbiancati che lo pensano a scagliare la prima pietra.
Purtroppo i fatti spesso sono duri ma sono i fatti e non hanno bisogno di parole.
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