Nel reparto infettivi dell'Ospedale di Galatina l'unico fibroscan del Salento
Il reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale di Galatina, diretto dal dottor Paolo Tundo, è l’unico nel Salento attrezzato per studiare con estrema precisione il grado di sofferenza del fegato. Si chiama “elastometria epatica tramite Fibroscan” ed è una tecnica che, in maniera rapida, sicura e indolore, permette di misurare la fibrosi del fegato (le cicatrici che si formano in seguito ad un insulto cronico di qualsiasi natura) e la steatosi (il contenuto di grasso). Grazie a questa tecnica – effettuata in Puglia, oltre a Galatina, soltanto negli ospedali di San Giovanni Rotondo, Bari e Foggia – è possibile ottenere un parametro numerico che, aggiunto ad altri elementi, consente di avere un quadro completo sullo stato di funzionalità del fegato. Essa consiste in un esame ecografico che, a differenza della biopsia, non prevede il prelievo di una parte del tessuto dell’organo. Inoltre, trattandosi di un esame facilmente ripetibile, dà la possibilità di monitorare i pazienti nel corso del tempo e definire con accuratezza l’evoluzione delle epatopatie.
In caso di patologia epatica, ad esempio, attraverso l’elastometria è possibile sin da subito capire se ci si trova di fronte a un’epatite cronica o a una cirrosi epatica. Il suddetto esame consente anche di capire se un paziente affetto da epatite cronica C debba essere avviato rapidamente a terapia antivirale oppure possa attendere qualche anno per poter disporre di nuovi farmaci con minori effetti collaterali.
L’elastometria epatica non è rimborsabile dal Sistema Sanitario Nazionale (il costo dell’esame è di 45 euro) e può essere prenotata tramite CUP o direttamente in reparto (fax: 0836-529693, e-mail: infettivi.pagalatina@ausl.le.it). È controindicata solo in caso di gravidanza, scompenso ascitico e per i portatori di pace-maker.
L’ospedale di Galatina è all’avanguardia in Puglia nella cura delle patologie croniche del fegato. Qui, nell’unità operativa di Malattie Infettive, l’epatologia viene affrontata dalle forme acute iniziali a quelle croniche, fino a quelle più avanzate di cirrosi epatica, tumore al fegato ed epatotrapianto.
A Galatina sono attivi anche ambulatori ad hoc per soggetti affetti da epatite cronica B, epatocarcinoma o pazienti in lista d’attesa o già trapiantati. In questi centri vengono curati tumori primitivi del fegato attraverso tecniche microinvasive per via ecografica, che permettono di evitare il ricorso alla chirurgia tradizionale, e vengono applicate le più moderne linee guida terapeutiche per la cura dell’epatite C cronica con l’utilizzo degli inibitori delle proteasi di recentissima introduzione in Italia. A breve, poi, partirà uno studio sperimentale per pazienti affetti da epatite cronica C, che prevede un regime senza l’utilizzo del PEG-interferone.
Ad oggi si stima che in Italia ci siano circa 800.000 persone affette dal virus dell’epatite B e almeno 2 milioni di portatori del virus dell’epatite C. Ancora più numerosi sono, però, i soggetti con epatite cronica su base tossico-dismetabolica (abuso di alcool, farmaci o droghe, obesità, diabete o displipidemia). Nella maggior parte dei casi si tratta di malattie silenti che vengono diagnosticate quasi sempre in ritardo o in modo casuale, come nel caso di un prelievo di sangue effettuato per altri motivi. Tali epatologie presentano comunque un notevole rischio di evoluzione, nel corso degli anni, in cirrosi epatica o tumori del fegato.
Fondamentali sono pertanto lo screening e la diagnosi precoce, soprattutto per i soggetti a rischio. L’epatologia può essere scoperta in modo semplice, con un consulto con il proprio medico di famiglia o con un’ecografia all’addome, e stabilire così, sotto la guida di uno specialista, il successivo iter terapeutico.
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