Nel marmo e in un libro i nomi dei tre galatinesi morti nel 1903 durante i moti di Cristo Risorto
“La voce dei lavoratori in difesa della dignità e dei diritti di ognuno, in questo luogo si è fatta azione. La Città di Galatina ne assume la memoria come patrimonio morale ed onora i caduti nel “giorno del Cristo Risorto” dell’anno 1903. Angelo Gorgone / Giuseppe Masciullo / Oronzo Lisi. Galatina 15 aprile 2018 /L’Amministrazione comunale”. La targa, scoperta ieri mattina dal Sindaco Marcello Amante, sul lato sinistro della Torre dell’Orologio in via Umberto I, fissa finalmente nel marmo i nomi dei tre contadini galatinesi, rispettivamente di 25, 39 e 43 anni, che, il 19 aprile di 115 anni fa, caddero durante i moti di protesta causati dalla “prolungata mancanza di lavoro”.
“I manifestanti, incalzati dai soldati a colpi di sciabola, si riversarono da Piazza Orologio in Via Lillo e cominciarono a rispondere alle sciabolate con lancio di sassi. Si arrivò ad una colluttazione con i soldati che spararono dei colpi di rivoltella; la situazione degenerò in un episodio di guerriglia che si concluse solo dopo varie ore”.
Il racconto è di Giuseppe Serra, autore di un’ interessante pubblicazione che, oltre ad un saggio introduttivo, contiene le riproduzioni di molti preziosi documenti raccolti dall’autore con cura e pazienza.
Il libro, dal titolo “Per amore di libertà I Caduti del Cristo Risorto 19 aprile 1903”, pubblicato dal Club per l’Unesco di Galatina, presieduto da Salvatore Coluccia, è stato presentato il 14 aprile nell’Aula Magna del Liceo Artistico.
Il convegno, coordinato da Giancarlo Vallone, ha raccolto i contributi di Salvatore Coppola, storico, Pino Gismundo, segretario generale della Cgil Puglia e Maurizio Nocera, storico.
La serata è stata conclusa dall’applaudito spettacolo di Elio Coriano: “Galatina 1903, Pane, lavoro e sangue”, a cui hanno preso parte anche Stella Grande e Vito Aluisi.
Alla manifestazione domenicale hanno dato il loro contributo anche i ragazzi della Scuola Media Pascoli che, diretti dal loro insegnante Antonio Mastria, hanno eseguito, con i loro flauti, l’Inno alla gioia, e l’Inno di Mameli.
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