"Né neo-paganesimo né subcultura, il tarantismo fa parte delle nostre identità e memoria collettive"

Il Club per l'UNESCO di Galatina replica al viceparroco della Chiesa Madre

È appena giunta a conclusione la tradizionale rievocazione storica del rito del tarantismo, che nelle giornate del 28, 29 e 30 giugno, a Galatina, ha catalizzato l'attenzione di giornali e media, nazionali e internazionali (CNN, Rai Uno, Rai tre, tg Norba, e riviste del settore turistico come la tedesca GEO-SAISON, e BELL'ITALIA, nelle edizioni dello scorso inverno e del prossimo Settembre).
La qualità degli eventi in programma è riuscita a coinvolgere l'intera cittadinanza e ad attrarre un turismo di qualità attento ai risvolti culturali degli eventi.
Ciò che ci muove, secondo i principi dell'UNESCO, è la volontà di preservare le nostre tradizioni come quella del Tarantismo e di salvaguardarle come bene Immateriale; siamo pertanto orgogliosi della visibilità e della ricaduta positiva in termini di turismo per la Città.
Ringraziamo perciò tutti coloro i quali hanno creduto e sostenuto moralmente e finanziariamente l'evento, soprattutto in virtù del fatto che l'intera programmazione, vista  l'assenza di contributi economici da parte di enti pubblici, risulta realizzata esclusivamente con donazioni private, e con l'intervento autofinanziato del Club per l'UNESCO di Galatina.
È ovvio che per poter riuscire a riproporre nei prossimi anni eventi culturali di siffatta complessità, è necessaria la più ampia partecipazione di tutti i cittadini, di tutti gli operatori commerciali e degli imprenditori dell'hinterland galatinese, nella convinzione che dalla collaborazione di tutte le attività produttive, possa nascere un "Brand"  che identifichi il territorio e che sia volano per l'economia cittadina.
Cogliamo l'occasione per ricordare che la Festa Patronale ha sempre avuto due anime, quella religiosa e quella laica, che è bene che rimangano sempre ben distinte, e che non si può certo imputare  al Club per l'UNESCO di Galatina, che solo da quattro anni rievoca la tradizione in maniera organica, "la situazione di  sporco e disordine" in piazza, a cui abbiamo sistematicamente assistito ad ogni festa patronale.
Quindi nessun "neo-paganesimo" nessuna "sub-cultura"; in realtà vogliamo avviare un recupero culturale del fenomeno, perché fa parte delle nostre identità e memoria collettive; analizzarlo e farlo conoscere basandoci su fonti documentarie e scritti dei vari studiosi che nei secoli si sono interessati ad esso (lo dimostra la mostra sul tarantismo presso il locale museo civico e il convegno scenico del 30 giugno).
D'altra parte è stata proprio la Chiesa, nel '700, a riportare il Rito nella propria sfera, collegandolo all'Apostolo Paolo ed all'episodio di Malta; riguardo poi alla "leggenda" secondo la quale San Paolo sarebbe passato da Galatina, questa è contenuta in un trattato del '700  e come tale viene riferita senza pretendere di farla passare per vera.
E da cristiani, siamo in piena sintonia con la parola di Papa Francesco che più volte ha indicato che la strada da percorrere per un buon cristiano è quella delle opere, rispetto a quella dei riti.

Il Club per l'UNESCO di Galatina

(Nella foto a sinistra Salvatore Coluccia, presidente del Club per l'Unesco, a destra don aldo Santoro, accanto Marcello Amante)

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Giovedì, 6 Luglio, 2017 - 00:07