Naufragio della Katër i Radës, un dolore che non si è spento
Sabato 2 aprile, al porto di Otranto, alle 16:00, la dirigenza e i beneficiari dell’Associazione Integra Onlus commemorano i profughi albanesi periti nel naufragio della motovedetta Katër i Radës, speronata accidentalmente nel Canale di Otranto il 28 marzo 1997 dalla corvetta Sibilla della Marina Militare Italiana che cercava di ostacolarne l’approdo illegale in Italia.
I passeggeri a bordo della Katër i Radës sono stati stimati in circa 120: i superstiti furono solamente 34.
«Nonostante siano trascorsi ben 19 anni, il nostro dolore non si è spento», dice Klodiana Çuka, cittadina italiana di origine albanese, presidente di Integra. «Ma soprattutto è vivo nei nostri cuori il desiderio di mettere fine una volta per tutte a tragedie ripetutesi sin troppe volte. I profughi che giungono fortunosamente in Italia sono sempre vittime di violenze, d’ingiustizie e di soprusi. Lo erano gli albanesi della Katër i Radës ieri, lo sono le migliaia e migliaia di migranti che fuggono la guerra e il terrorismo oggi. Il modo migliore per non vanificare il sacrificio di tante, troppe vittime è quello di offrire un futuro diverso a chi soffre. Integra esiste proprio per questo».
A bordo di una motovedetta della Capitaneria di Porto, domani pomeriggio Klodian
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