Natale a Dubai

Natale a Dubai era il sogno della mia vita e quell’anno finalmente lo stavo realizzando. Un po’ prima di mezzanotte ero al settantacinquesimo piano di quel grattacielo  su cui si poggiavano tutte le stelle del cielo di Dubai. Da lì si vedeva tutta la città avvolta da luci e colori straordinari. Si vedeva il mare, si vedeva la neve, passando per casinò e negozi.
I lunghissimi viali erano attraversati da macchine di grossa cilindrata che si fermavano o partivano per chissà quale altro posto o altro locale. La cucina fu a base di ostriche, sushi e formaggi del luogo, tutto rigorosamente servito su crema di ceci e innaffiato continuamente con vino e champagne di ottima annata.
Non ebbi neanche il tempo di pensare a “rape, pittule e baccalà” che nel frattempo si stavano consumando nel mio paese. Un menù pieno di cose che non avevo mai sentito né mangiato, e tutt’intorno un lusso sfrenato.
Esperti ballerini alle prese con un tango e camerieri e maggiordomi che accorrevano ad ogni nostra richiesta, ad ogni nostro cenno. La mezzanotte rese più frenetica la città, fuochi d’artificio illuminarono il cielo da una parte all’altra in un mix di luci e di colori. Ci saremmo spostati al venticinquesimo piano di un palazzo distante 200 metri in una discoteca con piscina, oppure su una pista da sci, lontana un paio di chilometri. Finimmo di cenare che erano quasi le quattro e la città era nel pieno della festa.
Il conto fu salato più del pesce, me l’aspettavo e guai se non fosse stato così. Quattro passi per digerire prima di dirigerci verso altre destinazioni.  In giro non notammo nessuna traccia di povertà, principi e petrolieri erano impegnati in una folle corsa senza fine su chi spendeva di più.
Pochi passi lungo la strada principale, poi per allontanarci da quel casino girammo a destra e poi ancora a destra. Ci trovammo di fronte una Piazza, lessi il nome, PIAZZA SAN PIETRO.
Un albero di Natale semplice e sobrio e sullo sfondo  una Chiesa imponente. La piazza era piene di gente, piena di musica e di allegria. Si sentivano i profumi del mio paese, l’odore di preparati per Natale, l’odore del miele, l’odore di cannella. La luce era fioca, i mattoni bagnati e la Chiesa aperta. Qualche scintilla e qualche mini cicciolo di tanto in tanto.
Restammo a lungo seduti in un angolo di quella piazza che si svuotava a poco a poco, seduti in quell’angolo di paradiso che c’era venuto addosso.
Era quasi l’alba e la piazza quasi vuota, quando lasciammo quel posto incredibilmente bello. Eravamo felici, in quel posto avevamo trovato l’atmosfera giusta del Natale, della festa e per tutto il tempo ebbi come  l’impressione di conoscere quel posto, l’impressione che quel luogo mi fosse familiare.
La prima a sinistra e poi ancora a sinistra ed eravamo di nuovo sulla strada principale.
Avevo trascorso il Natale a Dubai, ma quello che m’era rimasto del tanto lusso, del tanto sfarzo, era quella piazza quasi rotonda con quell’albero di Natale misuratamente addobbato, con alle spalle una chiesa imponente e quella stradina che le passava a fianco e che chissà dove andava a finire.
Avrei voluto seguirla, ma mancò il tempo.

P.S.
Stavo quasi per dimenticare di dirvi che a Dubai non ci sono mai stato.

Venerdì, 30 Dicembre, 2016 - 00:03