Morte di un trentasettenne a Brindisi, Asl Lecce apre un'inchiesta sull'angiografo guasto
Asl Lecce ha deciso di aprire un’inchiesta interna per verificare le circostanze del decesso di un 37enne leccese all’Ospedale “Perrino” di Brindisi. Il paziente, infatti, era stato trasferito nella struttura brindisina l’8 dicembre scorso dal Presidio ospedaliero “Vito Fazzi” di Lecce, dove non era stato possibile effettuare un’angiografia per l’avaria dello strumento diagnostico.
L’angiografo della Neuroradiologia del “Vito Fazzi”, come è stato possibile evincere da una prima ricostruzione, non era fermo da un mese come riportato da alcune cronache, ma dal 2 dicembre scorso. L’attività, infatti, era già ripresa dopo la sospensione programmata per l’upgrade dello strumento, ossia l’aggiornamento tecnologico per adeguarlo anche alle funzioni di elevato livello dell’emodinamica e della perfusione celebrale. Operazione completata come da programma tra l’11 e il 22 novembre scorsi, per cui l’angiografo ha ripreso la regolare attività il 23 novembre. La sera del 2 dicembre, tuttavia, si è verificata un’avaria che ha provocato il fermo-macchina negli ultimi giorni. L’angiografo, dopo l’immediata richiesta da parte della Direzione dell’Ospedale, è stato sottoposto ad un primo intervento tecnico da parte dell’azienda produttrice tra il 6 e 7 dicembre e ad uno successivo ieri mattina 12 dicembre, quando (alle ore 13) è stato ripristinato il normale funzionamento.
Il protocollo, nei casi di avaria, prevede che i pazienti siano trasportati all’Ospedale “Perrino” di Brindisi, che è dotato di idonea strumentazione. Ed è quanto successo nel caso dello sfortunato 37enne, giunto in Pronto Soccorso con un’emorragia celebrale.
Asl Lecce, in ogni caso, ha avviato l’indagine per appurare in modo puntuale modalità e tempi in cui si sono svolti i fatti, verificando la corretta applicazione dei protocolli medici e tecnici previsti in situazioni di emergenza o di avaria della strumentazione.
Tweet |