Mi ritorni in mente

Lo vidi per la prima volta in TV che era al Festival di Sanremo. Correva l’anno 1969. Foularino annodato al collo, riccioli neri e doppiopetto blu, cantava “UN’AVVENTURA” ed era ancora in bianco e nero. Era LUCIO BATTISTI. Non smisi più di “seguire” la sua vita e i suoi successi in fila uno dopo l’altro.  Lo seguii ininterrottamente anche quando la sua fama cominciò ad appannarsi, quando cambiò musica e autori, quando ormai il meglio di sé, l’aveva già consegnato alla storia della musica.  
Era tempo d’esami, cantavamo “PENSIERI e PAROLE”,  ero  “al militare” e cantavo “IL MIO CANTO LIBERO”. La cantavamo in coro spesso la sera tornando a casa a piedi “LE BIONDE TRECCE E GLI OCCHI AZZURRI E POI . . . ”. La malinconia improvvisa che scendeva nell’ascoltare: "Per te che è ancora notte e già prepari il tuo caffè, che ti vesti senza più guardar lo specchio dietro te …". Le prime volte in discoteca con la macchina e lo stereo otto ad alto volume ad ascoltare cento volte di seguito: “IL NASTRO ROSA”. Sempre così straordinariamente belle e così straordinariamente attuali.                        Rimaste scolpite nella nostra mente e nel nostro cuore,  che hanno accompagnato un tratto della nostra vita, quello più comunemente riconosciuto come il più bello, la gioventù. Ci ha regalato un motivo in più per ricordare quegli indimenticabili anni e la fortuna di averli vissuti. Ed io non ho mai smesso di ringraziarlo per le emozioni che ha dato, per la musica che ci ha lasciato. E così, come lui stesso cantava:  “ MI RITORNI IN MENTE”, anche a me succede. Spesso.

Lunedì, 4 Febbraio, 2013 - 00:01