"Mi dimetto dalla Giunta Montagna"
Di fronte all’impossibilità di far cambiare idea alla mia maggioranza rispetto alla proposta formulata in giunta dall’assessore al Bilancio di prevedere un aumento di 700.000 € sulla tariffa TARI, adottata oggi con una delibera di giunta in cui ho formalizzato la mia contrarietà, rassegno le mie dimissioni da questa Giunta, essendo fermamente convinta che il ruolo del politico serva a risolvere i problemi dei cittadini e non ad avallare, impotente, soluzioni tecniche volte ad aggravare le loro condizioni.
E’ inaccettabile per me garantire gli equilibri di un bilancio approvato solo due mesi ed oggi già in disequilibrio, attraverso l’aumento della tariffa rifiuti per recuperare parte delle somme non riscosse dai contribuenti in questi ultimi cinque anni.
Addossare sulle persone oneste il carico economico di quelle disoneste senza aver fatto nulla, o molto poco, per cercare di recuperare con efficienza le somme dovute dagli evasori è per me un’operazione inaccettabile, che rappresenta una facile scorciatoia per equilibrare un bilancio che solo due mesi fa non presentava alcun problema ed al quale era allegato un piano economico finanziario della TARI validato dal settore finanziario comunale, in cui le somme inesigibili ed il fondo svalutazione crediti erano già stati stimati dal Settore Finanziario, che non ha mosso alcuna censura su tali voci.
E’ ben evidente, quindi, che se il bilancio non è più in equilibrio, la causa non è ravvisabile nella TARI, la cui quota fisiologica di non riscosso è da sempre nota agli uffici, ma è legata ad un complesso di voci tra cui un accertamento straordinario IMU TASI, casualmente pari allo stesso importo, di cui ancora non sono partiti neppure gli avvisi di accertamento.
Invece di ingegnarsi a trovare soluzioni, la proposta dell’assessore al Bilancio è di aumentare di quanto serve la tariffa dei rifiuti al fine di ripristinare gli equilibri di cassa.
In tal modo dormono sonni tranquilli tutti gli evasori, su cui gli uffici non sono in grado di garantire l’accertamento in tempi utili, mentre un peso insostenibile sta per abbattersi per le tantissime utenze domestiche mono reddito o senza lavoro e per tutte le utenze commerciali che rimarranno piegate da un imposizione tributaria difficilmente affrontabile.
Il problema del non riscosso TARI non può essere affrontato in maniera frettolosa e semplicistica, per questo motivo non mi sono limitata solo a declamare l’inaccettabilità politica di questa scelta, ma, stante l’inerzia dell’assessore al bilancio, mi sono adoperata per trovare le soluzioni che, senza imporre l’iniqua integrazione tributaria, risolvano il problema.
Queste soluzioni concrete, che passano da un lavoro straordinario ed estremamente impegnativo per tutti i settori di questo Comune, prevedono:
1) una immediata attività di accertamento di tutte le mancate entrate comunali, IMU, TASI, TOSAP, oneri di urbanizzazione, individuazione delle area fabbricabili e loro tassazione;
2) una cessione di credito pro soluto per le somme non riscosse TARI relative agli anni 2010, 2011 e 2012;
3) affidare il mandato a riscuotere per il mancato incasso del 2015, a società di recupero crediti diverse da Equitalia e abilitate alla riscossione per gli Enti pubblici, i cui risultati sono decisamente migliori, come risulta da studi accreditati dal Servizio Studi della Camera dei Deputati e dai rapporti annuali UNIREC.
Questo piano di lavoro straordinario, necessario a fronteggiare una situazione straordinaria, è decisamente impegnativo per tutto il Comune, ma aiuterebbe a non traslare sui cittadini l’inefficienza dimostrata sinora nel riscuotere il dovuto dagli evasori, e a non consentire che coloro che hanno sempre e con sacrificio assolto agli obblighi tributari si vedano penalizzati anziché premiati.
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