Mellone ha chiesto la chiusura dell'Anpi di Lecce. "Che cosa faranno i civici galatinesi?"
Il Circolo del PD di Galatina condivide la proposta di ricordare il 25 Aprile 2020 con una grande manifestazione nazionale da tenere a Nardò: è la migliore e più incisiva risposta all’attacco proditorio all’ANPI di Lecce da parte del sindaco del comune neretino, Pippi Mellone, che aveva chiesto alle autorità e alla magistratura di chiuderne la sede provinciale (...).
Di questa iniziativa, i democratici di Galatina, invitano il Partito Provinciale e tutte le forze politiche democratiche e antifasciste a farsi parte attiva nella sua organizzazione. Mellone col suo atteggiamento ci riporta ad un periodo doloroso della vita dell’Italia, dove autoritarismo, intolleranza, discriminazione razziale, eliminazione fisica e morale degli avversari erano le regole, oggi rappresentate da movimenti neofascisti, in particolare da Casapound. E le sue esternazioni successive, in cui rivendica formazione di destra e appartenenza culturale, nel vano ma evidente tentativo solo di recuperare il suo elettorato, sono addirittura peggiori!
Quella che lui stesso definisce come una mera provocazione all’ANPI tradisce invece cultura antidemocratica. Non è accettabile in nessun modo il tentativo di chiudere la bocca all’Associazione dei Partigiani. Il diritto di dire ciò che si pensa è insindacabile, così come quello di dissentire.
Ecco perché nella nostra realtà cittadina, le domande sono queste: cosa faranno i cosiddetti “civici” che governano Galatina? Continueranno a convivere e collaborare con una forza politica che si ispira a questi principi? Cosa faranno gli assessori ed i consiglieri comunali che di quella forza politica fanno parte e nel suo leader Mellone si riconoscono? Sono degni di rappresentare i cittadini di Galatina? Ed ancora, prenderanno le distanze, non condividendo l’attacco all’ANPI?
Il silenzio sarebbe complice, in contrasto con l’impegno pluriennale dell’Amministrazione comunale di ricordare i valori dell’antifascismo e dell’antinazismo, sostenendo e finanziando il progetto “Treno della Memoria”, con l’invio, in collaborazione delle scuole, di giovani studenti a visitare i campi di sterminio di Auschwitz – Birkenau e il ghetto di Cracovia; luoghi dove, per la “difesa della razza”, furono consumati i peggiori orrori, con l’eliminazione sistematica anche di migliaia di cittadini italiani, ebrei e oppositori al regime fascista. La presa di distanza e la stigmatizzazione dell’attacco all’ANPI sarebbero le risposte più giuste. Altrimenti, saremmo costretti a chiederne in adunanza pubblica le dimissioni: la comunità di Galatina, che ha dato all’Italia illustri antifascisti, perseguitati e mandati in esilio, non merita di essere governata da chi non condanna principi d’intolleranza e di morte.
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