MDCC anniversario dell’editto di Costantino occasione di confronto ecumenico ed interetnico

A settembre del 2010, nel corso di un viaggio in Serbia per visitare gli antichi monasteri  ortodossi, visitai anche la Cattedrale di Belgrado, presso il Patriarcato della Chiesa Ortodossa Serba. Ambienti questi in cui circolava l’idea grandiosa di celebrare nel 2013 a Nis [ovvero nell’antica Naisso, appartenente alla provincia romana di Mesia, che è la città natale dell’imperatore romano Costantino I ] il 1700° anniversario dell’editto di Milano con l’intervento del Pontefice romano, di tutti i Patriarchi ortodossi e dei leader delle varie Confessioni prrotestanti.
Si pensava infatti che l’occasione e il luogo geografico [ Nis è a sud di Belgrado, da cui dista 220 chilometri.] potessero essere l’appropriata area “neutra” per lo storico appuntamento.  Purtroppo nel mettere in pratica la suddetta idea, fu constatato che vari settori della società serbo-ortodossa, a causa di irrisolti problemi storici con i  cattolici croati, relativi a fatti accaduti durante la seconda guerra mondiale, si opponevano alla presenza del Papa. Pertanto l’evento giubilare dell’Editto durante il corrente anno viene celebrato dalle varie Chiese con proprie iniziative.
Ad esempio: a) per la Chiesa ortodossa di Serbia, il Presidente della Repubblica, Tomislav Nikolič, insieme al Patriarca ortodosso, Irinej, ha costituito a tal fine un apposito Comitato nazionale, di cui fanno parte anche rappresentanti della Chiesa Cattolica e delle Comunità protestanti locali; b) dalla Chiesa cattolica serba sono stati programmati incontri sia di preghiera che culturali; in particolare nel maggio scorso, da parte dell’arcidiocesi di Belgrado e di quella di Jacovo in Croazia, è stato organizzato un Simposio su “Costantino e la libertà religiosa”, iniziato a Srjem,  città di S. Girolamo, dove l’imperatore fu educato, e conclusosi a Belgrado; c) la celebrazione più importante da parte cattolica avrà luogo a Nis nei giorni 20 e 21 settembre 2013 con l’intervento dell’arcivescovo di Milano, card. Angelo Scola: s’inizierà con una Via Crucis per le vie della città in memoria della Croce di Cristo, riscoperta a Gerusalemme dalla madre di Costantino, S. Elena, e in memoria della croce che sarebbe apparsa a Costantino nel 312, alla vigilia della battaglia di Ponte Milvio; si concluderà con una solenne concelebrazione, che avrà luogo nell’ampio stadio comunale, in quanto si prevede una grande afflusso di fedeli, provenienti sia dai Paesi balcanici che da altri Stati del mondo; d) a Milano è stata già allestita nel Palazzo Reale la mostra “Costantino 313 d.C.”, ideata dal Museo Diocesano in collaborazione con forze diverse, dalle università lombarde ad alcuni dei più prestigiosi musei del mondo. Infatti  con oltre duecento opere è stato realizzato un percorso storico-artistico relativo alla Mediolanum capitale dell’Impero d’occidente; e) nel prossimo mese di ottobre ci sarà anche una mostra su Costantino nel Braccio Carlo Magno in Vaticano, con reperti romani del Museo nazionale di Belgrado; f) il prossimo 8 ottobre a Belgrado per la prima volta sarà eseguita l’opera musicale “In Hoc Signo”, il cui libretto è stato scritto dal serbo-ortodosso Dejan Miladinovic, direttore artistico dell’Opera di Belgrado, e musicato dal cattolico mons. Marco Frisina, ben noto a noi galatinesi per aver presentato nella nostra Chiesa Matrice sue importanti composizioni
Le suddette e tante altre celebrazioni, effettuate o programmate anche a York (Gran Bretagna), Treviri (Germania), Arles (Francia), Smirne (Turchia) e Petroneil-Carnuntum (Austria) sono da ritenere non solo opportune, ma assolutamente doverose, poiché l’editto imperiale, emanato a Milano 1700 anni fa, ha impresso una svolta fondamentale alla storia dell’umanità.

Flavius Valerius Aurelius Costantinus nacque probabilmente nel 280 da Costanzo Cloro ed Elena. L’imperatore Diocleziano aveva nominato Costanzo Cloro augusto, cioè imperatore, insieme a Galerio, in un periodo storico caratterizzato dalla divisione in quattro parti dell’Impero, delle quali due rette da “augusti” (ovvero imperatori) e le altre due rette da “cesari” (ovvero designati a succedere agli imperatori).
Costantino era in Britannia col padre quando costui morì combattendo contro i barbari (306).  Egli venne subito acclamato imperatore dalle truppe già comandate da Costanzo Cloro. Per reazione venne eletto a Roma  Massenzio, figlio del  tetrarca Massimiano, che il 28 ottobre 312 venne sconfitto da Costantino nella battaglia di Ponte Milvio, in località Saxa Rubra. Fu in quell’occasione – secondo la leggenda tramandata dallo storico Eusebio, vescovo di Cesarea – che  all’imperatore apparve una croce nel cielo con la scritta “in hoc signo vinces”.

Nel febbraio del 313 Costantino (280 – 337) [che era al potere come augusto insieme a Licinio (250 – 325)], emanò l’editto di Milano, con il quale permise ad ogni suddito dell’Impero di scegliere la religione secondo la propria coscienza, rendendo così lecita la religione cristiana, che tanto era stata perseguitata in passato, particolarmente da Diocleziano.

Le celebrazioni del 2013 serviranno a ricordare al mondo che tale editto è alla base dei valori cristiani della civiltà europea. L’Arcivescovo cattolico di Belgrado, Stanislav Hocevar, ha affermato che le stesse possono essere un’opportunità per avviare un dialogo più profondo nel campo dei valori culturali e religiosi, insieme al dialogo ecumenico e interreligioso. Anche il Mufti di Belgrado, Muhamed Jusufspahic, ha sottolineato l’importanza dell’editto di Milano per i credenti di tutte le religioni.
A conclusione di questo articolo conviene accennare al fatto che in ordine alla presunta apparizione in cielo del segno della croce di Cristo, gli studiosi sono andati alla ricerca di riferimenti astronomici, che potrebbero giustificare la famosa visione, avvenuta nella notte tra il 27 e il 28 ottobre 312. In particolare l’astronomo Fritz Heiland del Planetario di Jena, dopo aver ricostruito il cielo del 312, notò che proprio nell’autunno di quell’anno Giove, Saturno e Marte, tre pianeti molto luminosi, si trovavano vicini ed allineati tra le costellazioni del Capricorno e del Sagittario. Una tale configurazione potrebbe essere stata interpretata come  segno di buon auspicio. Lo stesso Heiland ha anche appurato che il 27 ottobre 312 subito dopo il tramonto campeggiava nel cielo la costellazione del Cigno, detta appunto “Croce del nord”.    
Interessante a questo proposito è l’affresco di Piero della Francesca, intitolato “il sogno di Costantino”, nel quale è riprodotto il cielo stellato relativo all’evento, dove un angelo dall’aspetto di cigno porge una croce all’imperatore.
Comunque tutti gli studiosi concordano sul fatto che l’imperatore Costantino dopo la visione fece incidere sui labari delle proprie truppe la lettera greca Χ (chi), simbolo di Cristo, essendo essa l’iniziale del nome del Redentore scritto in greco Χριστός  ovvero Christòs (secondo l’alfabeto latino). 

 

Mercoledì, 7 Agosto, 2013 - 00:07