Margiotta e Barbetta eletti vicepresidenti di Confindustria Lecce
La Giunta di Confindustria Lecce si è riunita venerdì anche per procedere alla elezione del vice presidente Vicario e del vice presidente con delega alle Relazioni Industriali: Vito Margiotta, già vice presidente con delega alla Logistica ed ai Trasporti, è stato eletto Vicario di Confindustria Lecce, mentre Luciano Barbetta è stato scelto come vice presidente con delega alle Relazioni Industriali.
“Le due elezioni – ha affermato Piernicola Leone de Castris, presidente Confindustria Lecce – si sono svolte in un momento davvero delicato per il sistema economico territoriale e nazionale, alla vigila del convegno della Piccola Industria di Torino, nel quale è emersa tutta la rabbia dei vertici confindustriali per un Paese alla deriva, che sta trascinando nel baratro anche la parte migliore dell’Italia produttiva”.
“Assumo questo incarico con grande senso di responsabilità - ha detto Vito Margiotta, ringraziando i colleghi. Siamo consapevoli, infatti, delle difficoltà che giorno dopo giorno come imprenditori siamo chiamati ad affrontare. Il Paese è allo stremo, sempre più imprese chiudono, le famiglie sono alla soglia della povertà, si perdono posti di lavoro. I giovani non hanno certezze. Questo quadro è alimentato dalla precarietà di una situazione politica per nulla confortante! Occorre fare qualcosa, è venuto il momento di dare davvero ossigeno alle imprese con segnali forti, che restituiscano la fiducia alle imprese ed ai lavoratori e diano speranza ai giovani. Come Confindustria a livello nazionale, è stato presentato il documento per la crescita con un’agenda serrata di interventi per il nostro governo. A livello locale, a Lecce, abbiamo presentato un documento simile, con le priorità per il nostro territorio. Tuttavia, in entrambi i casi, abbiamo registrato una grave latitanza di azioni da parte di chi deve invece incidere per ridare competitività al Paese. Non è più tempo di giochi né di tentennamenti! Il minuto di silenzio osservato a Torino non deve essere il prodromo di un silenzio del sistema produttivo. Oggi, ancora, ci siamo, pronti a combattere. Ma da soli non ce la possiamo fare. Auspichiamo con forza, che il Paese, attraverso una guida forte ed unitaria, riprenda a crescere ed a competere. L’Italia ha urgenza di riforme: la tassazione è troppo alta sia per le famiglie che per le imprese; il costo dell’energia strozza il sistema industriale; occorre avviare un ampio progetto di riforma della pubblica amministrazione, che deve diventare occasione di sviluppo e non di blocco dell’impresa e degli investimenti, sia italiani che esteri. A livello territoriale – conclude Margiotta – chiederemo maggiore collaborazione sulle iniziative imprenditoriali. Da soli non si fa nulla, da soli non possiamo andare da nessuna parte”.
Allo stesso modo, il vice presidente Luciano Barbetta, dopo un abbraccio ideale ai colleghi per averlo scelto, per seguire le problematiche delle relazioni industriali, ha affermato che “esistono diverse questioni aperte per quello che riguarda il sistema delle relazioni sindacali ed industriali. Soprattutto sul nostro territorio, corriamo il rischio di una vera e propria desertificazione del sistema manifatturiero, del cosiddetto TAC, che più di altri comparti, soffre per la crisi e per la mancanza di competitività. Occorre, invece, puntare sulla qualità e sull’innovazione per ridare forza alle nostre imprese. Occorre lavorare per sviluppare accordi di rete che supportino le nostre imprese anche per la conquista di nuovi mercati”.
“Capitolo a parte – ha continuato Barbetta – meritano le iniziative per diminuire la pressione fiscale sulle imprese e sostenere i lavoratori. Urge confrontarsi con le istituzioni su problematiche gravi che riguardano: il costo del lavoro, la mancanza di fondi per la cassa integrazione; è necessaria, soprattutto in questa fase, una maggiore sinergia con i sindacati, con i quali, sul territorio, abbiamo avviato un’importante collaborazione per individuare strumenti che possano supportare le imprese ed i lavoratori. Una di queste proposte è quella di incrementare le ore lavorative di 40 o più ore all’anno. Tale progetto ha avuto il plauso da parte di talune sigle sindacali, ma dobbiamo individuare certamente ulteriori priorità su cui intervenire sia a livello locale, sia nazionale, per ridare chance di crescita alle imprese e favorire l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. In tale ottica, mi piacerebbe discutere di un’ulteriore proposta, che riguarda l’aumento delle ore di flessibilità, a seconda delle esigenze di ciascuna impresa, che, soprattutto in determinati periodi, deve fare fronte a picchi di richiesta del mercato.
Un altro aspetto importante è quello del credito. Gli istituti bancari, al di là delle regole di Basilea, che devono essere rispettate, devono analizzare, caso per caso, i progetti di sviluppo delle imprese, cercando di supportarle soprattutto in questa fase economica”.
Non è mancato, all’interno della Giunta, un ampio dibattito sull’attuale stallo politico che sta alimentando la crisi del Paese, minando altresì la sua credibilità internazionale. L’Italia è parte di un contesto più grande, nel quale deve tornare a ricoprire un ruolo da protagonista. Solo in questo modo sarà possibile colmare tutti quei gap di sviluppo che lo bloccano. Occorre che si proceda con urgenza alla nomina di un Governo che prenda delle decisioni veramente utili al Paese.
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